A volte capita per
noi podisti di dover inserire due sedute di allenamento ravvicinate
nello stesso giorno, o suddivise, una la sera e una la mattina del
giorno seguente, oppure svolgere allenamento di mattina e la gara di
pomeriggio. Per evitare di sovraccaricare ulteriormente l'organismo,
oppure non trasmette all'organismo gli stimoli allenanti efficaci,
vediamo come gestire le sedute di allenamento ravvicinate? qual è lo
scopo di effettuare due sedute ravvicinate?
Per fare in modo di riuscire a portare a termine la doppia seduta di
allenamento, è necessario gestire al meglio l'intensità, e la durata
delle sedute di allenamento ravvicinate. I casi possono essere
diversi nella gestione della doppia seduta di allenamento. Possiamo
effettuare una seduta di carico blando la mattina, e una seduta di
carico più elevato il pomeriggio; oppure una seduta di carico blando
la sera e una seduta di carico più elevato la mattina seguente, a
volte abbinando una dieta ipoglucidica con assunzione di pochi
carboidrati tra una seduta e l'altra.
1. Seduta meno impegnativa nell'allenamento per la Maratona.
Partendo dalle caratteristiche dell'allenamento per la Maratona
(vedi tabella: fonte Enrico Arcelli) si può affermare che :

la seduta meno impegnativa , corsa a
una velocità vicina o sotto alla soglia aerobica
(concentrazione di 2m/moli di acido lattico), non incide certamente
sull'apporto di ossigeno ai muscoli, né sull'utilizzo di ossigeno da
parte dei muscoli (Arcelli , 2007). La sua durata non è elevata
(circa un'ora) , e non tale da impoverire le riserve di glicogeno
muscolare o quelle dei trigliceridi endomuscolari; quindi
non determina un aumento di scorte di glicogeno nei muscoli, e né
migliora la potenza lipidica, vale a dire la capacità di consumare
molti grassi nell'unità di tempo (Arcelli e La Torre , 1994).
Nonostante negli ultimi anni nell'allenamento per la Maratona ci sia
la tendenza ad una riduzione del chilometraggio totale con maggior
enfasi al lavoro di qualità, una gran parte del lavoro è costituita
da corsa a ritmo lento.
Quindi a cosa può servire un utilizzo quantitativo così rilevante
della corsa a bassa intensità?
L'utilizzo quantitativo così rilevante che si fa della corsa lenta a
bassa intensità, può servire, secondo Arcelli e Canova (2002), a
favorire il turn over delle fibre muscolari, determinando importanti
adattamenti in un numero più elevato di esse. Quindi il lavoro lento
(compiuto a velocità del 10% / 20% al di sotto della velocità di
maratona) potrebbe contribuire a consumare una parte di glicogeno e
dei trigliceridi contenuti nelle fibre muscolari. In pratica, poiché
l'intervallo fra una seduta e l'altra non è sufficientemente lungo
da consentire la completa risintesi di tali sostanze , queste fibre
si troveranno ad esserne prive, già fin dall'inizio o dopo un certo
numero di chilometri del successivo allenamento, cioè quello
qualitativamente più significativo. Quindi tutto ciò produrrà in
queste fibre quelli adattamenti (aumento dei
mitocondri e degli enzimi del meccanismo aerobico; aumento dei
trigliceridi,) che potranno essere utili nelle fasi cruciali
della maratona, e sostituiranno il lavoro delle fibre depauperate di
glicogeno muscolare per causa dei tanti chilometri percorsi, e
interverranno come "fibre sussidiarie" in un secondo tempo, cioè
nella parte finale della Maratona. Il risultato pratico sarà di
evitare il classico "muro del maratoneta", posto dai 30km in poi.
2. Seduta di allenamento con poco glicogeno nei muscoli
Secondo Keith Baar, dell'università scozzese di Dundee (Baar ,
2007): "la recente scoperta che l'allenamento
con poco glicogeno muscolare può dare benefici sulle risposte
adattive nel lavoro di endurance, suggerisce che questo può essere
un altro criterio di allenamento che può essere utilizzato per
ottimizzare la performance". (Atletica studi 2008/1).
Il concetto sul quale si basa questa tipologia di seduta di
allenamento, e quello di fare due allenamenti quotidiani, separati
da un pranzo con pochissimi carboidrati,e prevalenza di proteine
(vedi esempio alimentazione ipoglucidica). Gli allenamenti possono
essere svolti sia la mattina e la pomeriggio dello stesso giorno, e
sia la sera e mattina seguente.
Gli esempi possono essere diversi:
-
: allenamento
intenso (esempio variazioni di ritmo, ripetute medie, o lunghe o
brevi) di mattina per svuotare le riserve di glicogeno + pranzo
ipoglucidico + allenamento meno intenso il pomeriggio (corsa
lenta o corsa media o corsa progressiva );
-
: allenamento
meno intenso di mattina + pranzo ipoglucidico + allenamento
intenso il pomeriggio;
-
: allenamento
intenso pomeriggio + cena ipoglucidica + allenamento lungo e
lento la mattina seguente.
Le combinazioni
possono essere diverse, l'obiettivo è lo stesso allenarsi con minor
glicogeno possibile presente nel nostro organismo, e in questo caso
nei muscoli, fegato. Le tipologie di allenamento appena descritte
sono abbastanza intense, e vengono utilizzati da soggetti che sono
già molto allenati e si adattano facilmente a queste metodiche di
allenamento. Per un amatore non abituato alla doppia seduta
ravvicinata, eventualmente la prima volta che si effettua questa
tipologia di allenamento, si possono fare due allenamenti non troppo
intensi e una dieta non troppo povera di carboidrati. Poi man mano
che la nostra condizione, e soprattutto la nostra capacità di
lavorare con poche riserve di glicogeno muscolare sarà migliorata,
potremo "spingerci oltre" i nostri limiti e sfruttare a pieno le
caratteristiche di questa tipologia di allenamento. Per i Maratoneti
è fondamentale, per fare in modo che l'organismo impari a lavorare
con poche riserve di glicogeno e impari a consumare più grassi
possibili nell'unità di tempo (Potenza Lipidica).