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La Maresana è una collina compresa nel territorio dei comuni di Bergamo, Ponteranica, Torre Boldone e Ranica. Raggiunge la quota massima di 546 metri s.l.m. e costituisce il confine nord-orientale della città di Bergamo.Per la maggior parte nel territorio di Ponteranica, è raggiungibile da Valtesse o per il "Costone" oppure da Pontesecco e dalla Costa Garatti percorrendo la ripida strada asfaltata. Il nome della Maresana è relativamente recente. Solo verso la fine del XIII secolo
i trova questa denominazione (Marzanica), mentre prima nei documenti il Colle era sempre indicato col nome di Monte Tosilio (Toscilii, Tossellii ecc.). Ne viene fatta menzione in due scritture del 971 e 977 come mons. Tosillo. La prima tratta di una vendita fatta da Andrea, prete della Cattedrale di Bergamo, a Leone, prete e primicerio, e a Dagiberto, diacono della stessa chiesa. Fra i beni venduti vi è una "pezza di terra castagneta" con piante di castagne e roveri situata "ad muns qui dicitur Tosilio". Nella seconda è nominata una certa Gariverga, moglie di un Giovanni da Bergamo, che al figlio del fu Maurone lascia le case e i beni che essa possiede in città e nei dintorni. Fra questi vi è un appezzamento di terreno con roveri e castagni posto in "locus qui dicitur Tosilio" della misura di uno iugero (nell’antica Roma unità di misura di superficie equivalente a 2.520 metri quadrati indicante il terreno arabile in una giornata da una coppia di buoi aggiogati) e 24 tavole. In passato, come si nota anche da diversi documenti, la Maresana era
ricca di boschi di castagno (nello stemma del Comune campeggia appunto un castagno). Oggi è rimasta ben poco di quella ricchezza. Sul colle troviamo una piccola chiesetta dedicata a S. Marco. Questa era unita ad una rustica casa (oggi è un noto ristorante) che un tempo fungeva da abitazione del "remet". Questa graziosa chiesetta ove prima sorgeva una "tribulina" dedicata a Maria Vergine fu costruita nel 1619 per intervento di Pietro Consuli, con il contributo economico della popolazione di Ponteranica.
A
proposito
del
nome
di
questa
località,
gli
storici
narrano
che
durante
la
terribile
peste
del
1630
molte
persone
nella
città
di
Bergamo
fuggirono
terrorizzate
sui
monti,
trovando
rifugio
in
questi
luoghi
vicini
alla
città
e
lontani
dalle
abitazioni.
A
ricordo
dei
morti
della
peste
fu
eretta
anticamente
una
tribulina
che
nel
1930
gli
abitanti
di
Ponteranica
demolirono
innalzando
in
sua
vece
una
grande
croce
in
cemento.
Durante
i
lavori
di
demolizione
della
tribulina
vennero
trovate
in
un
cunicolo
delle
ossa
umane,
certamente
risalenti
ai
morti
della
peste
di
quel
tragico
1630
di
manzoniana
memoria.
Nelle
vicinanze
della
"Croce
dei
morti",
su
un
piccolo
piano
sorge
un
edificio
che
tutti
ricordano
col
nome
di "Ca’
del
lacc".
C’è
una
tradizione
legata
a
questo
nome.
Ai
tempi
della
Serenissima
Repubblica
gli
abitanti
di
Ponteranica
godevano
dallo
Stato
veneto
di
speciali
privilegi
ed
esenzioni
per
aver
sostenuto
con
uomini
e
denaro
lo
sforzo
bellico
della
Serenissima
nella
battaglia
di
Candia.
Gli
abitanti
di
Ponteranica,
oltre
ai
fondi
propri,
possedevano
in
Valtellina
un'intera
montagna,
il
monte
Parizzolo,
che
serviva
per
l’alpeggio
estivo.
I
pascoli
erano
lontani,
e
richiedevano
grossi
sacrifici,
in
particolare
in
uomini
che
dovevano
guardare
le
mandrie
e
lavorare
il
latte.
Per
far
fronte
alle
spese,
i
contadini
di
Ponteranica
avevano
fondato
una
cooperativa,
con
lo
scopo
di
provvedere
agli
interessi
di
tutta
la
comunità.
All’inizio
dell’estate,
il
comune
delegava
due
persone
chiamate
"governatori";
questi
godevano
della
generale
fiducia
degli
abitanti
e
durante
i
primi
giorni
del
mese
di
giugno
di
ogni
anno
avevano
il
compito
di
radunare
tutto
il
bestiame
dei
contadini
del
paese
e
condurlo
al
monte
Parizzolo,
curarlo
durante
tutto
il
tempo
dell’alpeggio
e
ricondurlo
al
paese
dopo
la
stagione
estiva.
Perché
li
chiamavano
"governatori".
Luigi
Volpi
in
un
suo
articolo
scrive:
"parrà
forse
un
poco
esagerata
quell’attribuzione
di
'governatori'
a
dei
rozzi
mandriani
che,
onesti
e
scrupolosi
fin
che
si
vuole,
altro
non
facevano
che
disimpegnare
le
non
delicate
e
tanto
meno
legiferative
mansioni
di
vaccari".
Non
dimentichiamo
che
presso
i
nostri
contadini
il
termine
"goernà"
–
governare
– si
riferiva
a
quelle
cura
particolari
che
consistevano
nel
pulire
e
dar
da
mangiare
alle
bestie
e
togliere
il
letame
dalle
stalle.I
"governatori"
si
installavano
sopra
il
paese
in
un
prato
detto
"Colle
piano";
ricevevano
dai
singoli
contadini
i
capi
di
bestiame
e
procedevano
alla
misurazione
del
latte
prodotto
dalle
mucche,
per
stabilire
non
solo
la
divisione
delle
spese,
ma
fissare
anche
i
profitti
che
consistevano
in
una
quota
di
formaggi
in
base
al
latte
prodotto
dalle
bestie.
Questa
operazione
durava
due
giorni;
poi
iniziava
il
viaggio
della
mandria
attraverso
i
monti
per
l’alpe
guidata
da
12
uomini.
"Colle
piano"
divenne
con
gli
anni
"Cà
del
lacc".
Alcuni dati tecnici:
Lunghezza percorso 11,00 km, tutti su asfalto, con pochissimo traffico e completamente al buio.
Tempo stimato di percorrenza: 70/80 minuti Portare una una torcia elettrica
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L'uscita ha le caratteristiche di un allenamento collettivo ed è organizzata in occasione di ogni luna piena in luoghi e con percorsi diversi. Non c'è nessuna quota di partecipazione, non ci sono ristori, docce e nessuna assunzione di responsabilità ed è aperta a tutti, fondamentale un minimo di preparazione.
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Partenza
dal
BoPo
di
Ponteranica
(Bocciodromo)
facilmente
raggiungibile.
Si
trova
in
Via
Concordia
6a
ed è
vicino
alla
vecchia
stazione
ferroviaria.
A
Valtesse,
prendere
per
via
Pontesecco
e
quindi
via
Valbona
o al
semaforo
della
Maresana,
girare
a
sinistra
per
via
Giovanni
XXIII
e
quindi
via
Valbona
e
dopo
poco,
sulla
destra,
ci
siete.
Eventualmente
338.5327168