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Anche se con il termine maratona si indica talvolta un qualsiasi evento atletico che richieda grande resistenza, il termine fa riferimento preciso a una gara di corsa dell'atletica leggera che si disputa sulla distanza di 42,195 km. Il nome trae origine da un episodio citato da Erodoto (libro IV, 105), storico greco famoso per aver descritto paesi e persone da lui conosciute in numerosi viaggi. In particolare ha scritto a riguardo dell'invasione persiana n Grecia. Fidippide (o Filippide), un soldato greco, corse dalla città di Maratona ad Atene, per annunciare che i persiani erano stati sconfitti nella battaglia di Maratona, morendo poco dopo stremato dalla fatica ( 490 a.C. ).
La Battaglia di Maratona (settembre 490 a.C.)fu il momento culminante del primo tentativo del re Dario I di Persia volto alla conquista della Grecia. L'unione della Grecia all'impero persiano avrebbe reso sicura la porzione più debole del confine occidentale. L'esercito di Dario, ora guidato da Artaferne, figlio di un satrapo di Sardis e da Dati un ammiraglio proveniente dalla regione asiatica chiamata Media (Mardonio era stato ferito nell'attacco precedente) ai primi di settembre del 490 a.C. fu fatto sbarcare nella Baia di Maratona per minacciare un attacco terrestre verso Atene. Questo esercito probabilmente era composto al massimo da 25.000 fanti e da 1.000 cavalieri.
la battaglia
Per evitare gli arceri, che formavano il grosso dell'esercito persiano, il piano dei greci consisteva nell'avanzare in formazione fino al limite della gittata degli arceri nemici, circa a 200 metri di distanza, quindi avanzare di corsa per serrare i ranghi velocemente e portare la fanteria pesante a distanza d'attacco. Questa tattica avrebbe condotto i greci ad un attacco disordinato, ma questo era preferibile rispetto alla pioggia di frecce degli arcieri. Il centro dell'esercito greco fu ridotto a quattro linee rispetto alle solite otto per rendere la linea più lunga e ridurre la sovrapposizione con le linee persiane. Le ali invece furono mantenute ad otto linee.
La fanteria pesante greca, gli opliti, era molto più pesantemente corazzata rispetto alle truppe persiane e la loro picca dava un raggio d'attacco maggiore rispetto alla corta lancia e alla spada dei soldati persiani. D'altra parte i persiani avevano il vantaggio dell'arco che quasi tutti loro portavano (vantaggio reso nullo dall'armatura pesante dei greci) e del numero.
Mentre il centro greco avanzava sotto una violenta pioggia di frecce le ali avanzando si mossero più avanti superandolo. Quando i centri degli schieramenti arrivarono a contatto i persiani si aprirono una breccia e spinsero indietro i greci. Ma mentre al centro i greci si ritiravano inseguiti dall'esercito persiano, le ali greche si mossero verso l'interno riducendo la linea di battaglia. Il risultato fu una manovra a tenaglia e la battaglia finì quando l'intero esercito persiano ruppe le linee e scappò verso le navi e furono inseguiti dai greci.
La leggenda narra che Milziade, capo degli eserciti di Atene, dopo la vittoria degli ateniesi sui persiani nella battaglia di Maratona (490 a.C.), incaricò Fidippide di recare la buona notizia ad Atene.
I testi che descrivono questo evento riportano una data che interpretata secondo il calendario ateniese risulta essere il 12 settembre del 490 a.C. Questa data ha da sempre lasciato tutti gli esperti del settore molto scettici sulla morte del maratoneta. Però da recenti studi sembra che negli scritti si usò una data del calendario di Sparta che farebbe corrispondere l'evento al 12 agosto del 490 a.C.
I racconti storici indicano che Sparta poté inviare aiuti ad Atene solo dopo la fine di una festa religiosa che coincideva con la luna piena, questo fatto porta ad avere la vittoria sui persiani il 12 di agosto e non di settembre del 490 a.C. L'errore di datazione è dovuto al tedesco August Böckh che nel diciannovesimo secolo usò il calendario ateniese per determinare la data dell'evento.
Questa nuova versione farebbe risultare l'evento molto più credibile, poiché in tale mese è possibile raggiungere temperature anche di 40° e quindi potrebbe essere stato il caldo soffocante ad uccidere l'atleta e non un malessere dovuto allo sforzo (evento poco probabile per tale attività).
