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maratona d'oro a goteborg

  Dopo 8 anni Baldini ancora re d'Europa  
 
 
Quando è entrato in pista a Goteborg molti hanno rivissuto la gioia di due anni fa ad Atene. Allora c’era in palio il titolo olimpico sicuramente più importante, ma quel che conta è che Stefano Baldini aggiunge un nuovo successo alla sua straordinaria carriera. Quando la condizione c’è, quando le gambe girano, il campione emiliano è un maestro di tattica e a Goteborg lo ha ulteriormente dimostrato stracciando proprio sul piano strategico il suo rivale più accreditato, lo spagnolo Julio Rey che dopo il tempo di Amburgo (era sceso sotto le 2h07 proprio nel giorno nel quale Baldini a Londra aveva realizzato il primato italiano con trenta secondi in più) era diventato uno spauracchio.

Baldini ha corso e vinto innanzitutto con la testa: la prima parte della corsa è vissuta su un ritmo compassato proprio come era avvenuto ieri per le donne. Tutti gli italiani rimanevano davanti, con Ingargiola e Pertile a “coprire” il capitano anche dalle folate di vento. Intanto c’era chi scalpitava per andare in fuga, il portoghese Novo e lo svizzero Rothlin che poco prima del passaggio di metà gara provavano l’azione. Ma l’esperienza di quattro anni fa, quando il finlandese Holmen venne colpevolmente lasciato andare dai nostri, era stata incamerata dalle menti della squadra azzurra che non si lasciavano intimidire, era anzi lo stesso Baldini a suonare la carica per il ricongiungimento. Era comunque l’accensione della miccia. Al 24. km era proprio Rey a prendere l’iniziativa, ma Baldini lo marcava stretto, l’azione dell’iberico però disfaceva la squadra azzurra: nel gruppo di testa con l’olimpionico rimaneva solamente il tenacissimo Ingargiola e la sua presenza era per Stefano un aiuto molto importante soprattutto dal punto di vista psicologico.

Dopo 1h35 di gara attaccava Baldini ed era quello il momento decisivo. Tenevano il suo ritmo Rey, Ingargiola, il portoghese Ornelas e Rothlin. Ancora troppi. Rey provava l’azione ma era un fuoco di paglia e Baldini se ne accorgeva, tanto che dopo una decina di minuti dava la sua seconda accelerata alla quale stavolta era il solo Rothlin a tenere il suo ritmo. Rey era costretto ad alzare bandiera bianca, il più era fatto. L’elvetico però non andava sottovalutato, il 4. posto recente al Giro Podistico di Castelbuono diceva anche che una base di velocità c’era. Baldini lo sapeva, e preferiva evitare la lotteria di una volata attaccando ancora dopo il 40. km. Era il momento decisivo, la vittoria europea era costruita. 2h11:32 era il tempo finale del campione emiliano, tornato sul trono europeo dopo otto anni (e nel suo animo forse alligna ora un pizzico di rammarico per aver rinunciato quattro anni fa a Monaco alla maratona in favore dei 10000, ma Baldini ha sempre detto che quella base di lavoro è stata fondamentale per vincere ad Atene), secondo Rothlin a 28 secondi, terzo Rey a 1:05,mentre Ingargiola, alla sua miglior gara in carriera, finiva quinto in 2h13:04. Gli altri italiani si erano ritirati salvo Goffi, che con la sua resistenza alla voglia di mollare chiudeva 11. in 2h14:45 regalando all’Italia anche la Coppa Europa a squadre. La ciliegina della torta. Baldini è tornato, il ritiro mondiale di Helsinki è finalmente cancellato con le polemiche conseguenti, il re della maratona è e rimane lui e l'immagine sua sul podio a cantare l'inno a squarciagola è una delle più belle della splendida stagione sporitva italiana 2006Una vittoria, quella di Baldini, che nasce da lontano, dalla delusione iridata dello scorso anno quando rispose all’attacco del campione uscente Gharib sulle strade di Helsinki (non poteva fare altrimenti, un campione olimpico ha delle responsabilità) e quell’azione gli costò le possibilità di agguantare magari un podio e lo costrinse al ritiro. Baldini è tornato a lavorare su se stesso, piano piano si è ricostruito e a Goteborg è tornato l’uomo di Atene: “L’anno scorso non ero al meglio, mi erano pesate soprattutto le fatiche extragonistiche susseguenti il trionfo di Atene, era stato un anno strano e sono stato contento che sia finito. Quest’anno invece ho potuto lavorare bene e in tranquillità, mi sono ricostruito con calma tanto da arrivare qui carico come una molla. In gara sono stato molto attento, visto che già dallo stadio si è visto che tutti correvano contro di me. Ma sono rimasto freddo, controllando sempre la gara e combattendo i crampi quando arrivavano, soprattutto quando si correva troppo piano”.

La gara di Goteborg, con un terreno difficile per i continui cambi di direzione e i sampietrini continuamente presenti, doveva essere corsa con intelligenza: “E’ stata quella che ha permesso di vincere. E devo dire che rivincere è ancor più bello, dopo tanti successi passati. Lo dico: questa vittoria me la godo quanto e più di quella di Atene perché so cosa c’è dietro, perché significa aver fatto le cose per bene, era un successo necessario per me e ancor più per la Nazionale che a Goteborg ha brillato a fasi alterne. Sentivo prima della partenza la responsabilità pesare sulle mie spalle ma me le sono prese volentieri, il primo a prendermele sono io, quando si parte poi la tensione svanisce e si pensa solo a correre”. A chi dedicare questa vittoria?: “Alla squadra, al presidente Arese, a tutto il gruppo che ne aveva bisogno, è stata una giornata perfetta. Ora posso andare avanti, vivere gara dopo gara perché a 35 anni non si possono fare grandi programmi per il futuro. Io voglio arrivare a Pechino e la strada è quella giusta”.

Grande gara per Francesco Ingargiola, che sicuramente ha contribuito non poco alla vittoria di Baldini nella gestione tattica della prova: “Ho corso per il bronzo e pensavo di potermelo giocare, ma quando l’olandese Krotwaar è piobato su me e Rey mi sono un po’ scoraggiato e la gara mia è finita lì. Ero convinto, devo dire che lavorare tre mesi ininterrotti con Baldini mi ha maturato, mi ha fatto capire cos’è vivere l’atletica giorno dopo giorno. Voglio continuare così”.

A favorire il successo in Coppa Europa è stato poi Danilo Goffi, undicesimo: “Non sono molto contento della mia prova anche perché quando ero dietro ero con l’olandese ma non sono stato capace di seguirlo, sono andato in crisi quando lui ha iniziato la sua progressione per tornare sui primi. Peccato perché volevo arrivare più avanti, ho tenuto proprio pensando alla squadra e sapendo che gli altri avevano mollato”. Il primo a ritirarsi era stato Ottavio Andriani, che aveva accusato problemi a un alluce che lo aveva tormentato già alla vigilia della corsa, poi si era fermato Giacomo Leone, stremato muscolarmente da una giornata troppo fredda per lui, infine Ruggero Pertile, che molto aveva lavorato nella prima parte di gara ma poi aveva avuto problemi di respirazione e di gambe quando la gara ha avuto la sua accelerazione. Ma anche loro hanno contribuito a una giornata storica per la maratona italiana. L’ennesima.

1 568 Baldini, Stefano ITA 2:11:32

2 884 Röthlin, Viktor SUI 2:11:50

3 263 Rey, Julio ESP 2:12:37

4 668 Krotwaar, Luc NED 2:12:44

5 589 Ingargiola, Francesco ITA 2:13:04

6 827 Semyonov, Dmitriy RUS 2:13:09

7 301 Holmén, Janne FIN 2:13:10

8 751 Chaíça, Alberto POR 2:13:14

9 672 Maase, Kamiel NED 2:13:46

10 756 Jesus, Luís POR 2:14:15

11 587 Goffi, Danilo ITA 2:14:45

12 746 Wójcik, Rafal POL 2:14:58

13 798 Burmakin, Dmitriy RUS 2:15:33

14 338 Bagy, Hakim FRA 2:15:54

15 760 Ornelas, Hélder POR 2:16:03

16 423 Robinson, Dan GBR 2:16:06

17 787 Andreyev, Grigoriy RUS 2:16:36

18 558 Setegne, Ayele ISR 2:17:04

19 675 Schutgens, Sander NED 2:17:11 PB

20 413 Lobb, Huw GBR 2:17:17

21 374 Ramard, David FRA 2:17:23

22 681 van den Broek, Hugo NED 2:17:25

23 112 Bernadó, Toni AND 2:17:37

24 830 Shvetsov, Leonid RUS 2:18:49

25 554 Bimro, Asaf ISR 2:19:40

26 200 Faschingbauer, Pavel CZE 2:19:41

27 387 Abyu, Tomas GBR 2:20:45

28 310 Kirwa, Francis FIN 2:21:05

29 931 Regraugui, Said SWE 2:21:33

30 275 Ziani, Kamel ESP 2:21:49

31 708 Sandstad, Henrik NOR 2:22:10

32 800 Chernysov, Andrey RUS 2:23:23

33 927 Österlund, Kristoffer SWE 2:23:26

34 560 Zvadya, Wodage ISR 2:24:52

35 695 Idland, Trond NOR 2:26:23

36 307 Kero, Jaakko FIN 2:27:45

37 903 Algers, Kristian SWE 2:28:27

38 705 Rasmussen, Karl Johan NOR 2:30:05

39 650 Martinovski, Trpe MKD 2:54:46

40 652 Spasevski, Tomislav MKD 3:04:38


Gabriele Gentili da www.fidal.it

  femminile: la Coppa di maratona è italiana  
 
 
Non è arrivata la medaglia e certamente Bruna Genovese ci credeva, ma non si può certo dire che l’esito finale della maratona femminile degli Europei sia deludente in chiave italiana: una squadra che a inizio anno sembrava molto difficile da costruire ha conquistato a sorpresa la Coppa Europa, mettendo in mostra alcune atlete, come Toniolo e Incerti che garantiscono il futuro prossimo della specialità. E’ stata una gara strana, sonnolenta nella prima metà, caratterizzata soprattutto (meglio dire purtroppo) dalla caduta di Rosalba Console che ambiva a qualcosa d’importante. Una spinta le è costata una forte botta al ginocchio sinistro e il ritiro in un mare di lacrime. Poi la gara è “esplosa” sotto la spinta delle russe e la Genovese non ha trovato le spinte per rispondere, mentre però le altre azzurre rimanevano sempre non distanti dalle prime.

L’offensiva delle russe non è stata premiata come si aspettavano, intanto perché Biktimirova e Permitina hanno costretto alla resa le loro connazionali compromettendo la prova di squadra e poi perché sono andate incontro al cedimento, prima la Biktimirova data alla vigilia per favorita e poi la Permitina, andata in fuga ma che è crollata negli ultimi due km. Da dietro è stata invece autrice di un notevole recupero la tedesca Maisch andata a ripescare tutte le concorrenti fino a conquistare un insperato oro in 2h30:01, tempo che dimostra soprattutto come la seconda parte sia stata più veloce della prima. Argento alla serba Jevtic in 2h30:27 mentre la Permitina ha tenuto il bronzo con le unghie (2h30:53).

La Genovese è stata autrice di un buon finale in recupero che le è valso il 5. posto in 2h31:15 ma la sorpresa è stata alle sue spalle con Toniolo (2h31:31), Volpato (2h32:04) ed Incerti (2h32:53 suo primato personale) tutte in sequenza sul traguardo dal 7. al 9. posto. Nella classifica a squadre l’Italia ha così conquistato l’oro a squadre precedendo le russe di quasi tre minuti. L’esito della prova femminile va valutato con attenzione anche in vista della gara maschile di domani nella quale si confida molto sull’olimpionico Baldini: il percorso è molto difficile e con la pioggia diventa estremamente ostico in quanto a interpretazione tattica e dispendioso per gli appoggi.

1 1306 Maisch, Ulrike GER 2:30:01

2 1645 Jevtic, Olivera SER 2:30:27

3 1619 Permitina, Irina RUS 2:30:53

4 1452 Balciunaite, Zivile LTU 2:31:01

5 1417 Genovese, Bruna ITA 2:31:15

6 1582 Biktimirova, Alevtina RUS 2:31:23

7 1435 Toniolo, Deborah ITA 2:31:31

8 1438 Volpato, Giovanna ITA 2:32:04

9 1420 Incerti, Anna ITA 2:32:53

10 1549 Rosa, Anália POR 2:32:56

11 1292 Dreher, Claudia GER 2:33:53

12 1640 Yulamanova, Nailya RUS 2:35:26

13 1501 Otterbu, Kirsten Melkevik NOR 2:35:59

14 1316 Hahn, Susanne GER 2:36:17

15 1713 Rahm, Anna SWE 2:36:48

16 1266 Morris, Tracey GBR 2:37:34

17 1565 Gherasim, Alina ROM 2:37:57

18 1196 Oravamäki, Maija FIN 2:39:17

19 1118 Aagaard, Annemette DEN 2:39:29

20 1697 Gavelin, Lena SWE 2:39:36

21 1424 Mancini, Marcella ITA 2:40:47

22 1397 Avramski, Nili ISR 2:41:23

23 1598 Ivanova, Albina RUS 2:42:02

24 1639 Volgina, Natalya RUS 2:42:23

25 1235 Oliveras, Carmen FRA 2:43:25

26 1338 Gazéa, Magdaliní GRE 2:46:08

27 1160 Pueyo, María José ESP 2:47:27

28 1240 Yvelain, Fatima FRA 2:48:09

29 1220 Fetizon, Elena FRA 2:57:48

Gabriele Gentili da www.fidal.it