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LA CORSA NON MI HA TRADITO |
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Ho
conosciuto la corsa a 35 anni con risultati
soddisfacenti, dalla mezza maratona alla 100
km. Dopo 6 anni ho improvvisamente smesso di
gareggiare e mi son preso un periodo
settennale di transizione. Nel 2005 il
richiamo dei fo' di pe e una tranquillità a
livello personale, mi portano a riprendere,
con ritmi diversi e sensazioni nuove. Non
piu' allenamenti massacranti, niente
preparazioni mirate e apertura a nuove
esperienze. Le gare in montagna entrano
nella mia sfera e nel periodo estivo i
grandiosi panorami alpini si sostituiscono
ai viali alberati delle citta'. Inizio con
le skyrace, poi le skymarathon e quindi i
trail. Ho calcato tutti i sentieri di
montagna, impervi e sconnessi, mi sono
aggrappato alle corde nei passaggi
pericolosi, ho saltato dalle roccette come
un capriolo. Ho concluso skymarathon come il
4 Luglio, le Grigne, la Red Rock, la
Dolomites, Zegama, ultratrail come Valdigne,
Lavaredo e il Monte Bianco. In quattro anni
non ho avuto infortuni e dopo il periodo
estivo ho subito iniziato con la strada,
ancora mezze, maratone e 100 km. Non mi son
mai fermato per traumi o distorsioni e mi
son goduto posti ed amici fantastici. La
corsa e' quasi diventata un pretesto per
fuggire, per evadere, per fare quello che
prima era impossibile, economicamente.
Programmi sempre a lungo termine,
prenotazioni aeree, alberghi, iscrizioni
maratone, la salute mi sorregge e non mi
tradisce, questo e' quanto gira nel
cervello, un tam tam perenne. In fondo e'
solo una speranza, non possiamo comandare il
nostro fisico, lo possiamo rispettare con
adeguate regole di vita. Il periodo e'
comunque dei migliori, terminato il Bianco,
subito maratone, Berlino, Amsterdam, New
York e
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