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LA MIA TOR DES GEANTS |
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Classifiche Tor des geants
FOTO
Non è facile
scrivere due righe su un gara che ti ha
fatto assaporare mille emozioni, che già
l’anno scorso mi aveva svuotato di ogni mia
certezza fisica e morale. Il ritiro forzato
a soli 110 km dall ‘arrivo per delle
“stupide” vesciche avevano seminato in me un
senso di rivincita che già a gennaio mi
riportava ad iscrivermi per l’edizione 2011
ed impostare la preparazione solo per essere
un FINISHER alla Tor Des Geants 2011. Inizio
cosi gli acquisti giusti, scarpe, calze,
creme, spray e tutto quello che mi
consigliano per prevenire il problema
vesciche e lo metto in pratica. Arriva dopo
un attesa di nove mesi il giorno della
partenza, ho lasciato la famiglia dicendo:
se salto anche quest’anno non torno, rimango
su finchè non la finisco. Voi runners lo
sapete cosa intendo, quella incoscienza che
ogni tanto ci prende e ci fa essere
irrazionali…!!! Non ho chiesto o forzato
nessuno ad essere con me in questa avventura
perché sapevo gia’ come e cosa fare e cosi
avrei potuto fare IL MIO RITMO GARA,
partire, mangiare, dormire ecc senza dover
trovare accordi o compromessi con nessuno.
Cosi la mia gara è stata anche molto in
solitaria, avvolto nei miei pensieri ma in
compagnia di paesaggi mozzafiato. Non
descrivo le varie tappe che sono tutte dure,
lunghe ma spettacolari, o i vari passaggi
crono, racconto un particolare, la prima
sera dopo aver preso un temporale in quota
con fulmini e saette ed aver recuperato un
concorrente che scivolando era finito fuori
dal sentiero ( trauma facciale e rottura del
mignolo dx) riesco ad arrivare alla prima
base vita con un solo desiderio: cambiare
gli indumenti fradici con un cambio asciutto
e pulito e prepararmi per la seconda tappa.
Qui l’unica nota stonata di tutta la gara:
mi ritrovo la sacca COMPLETAMENTE INZUPPATA
d’acqua, niente si può utilizzare. Panico ed
isterismo s‘impossessano di me e qualcuno si
ricorderà di quell’ ometto che buttava
mutande e calzini sulla faccia degli
organizzatori dando in escandescenze e
urlando:… mettile tu queste cose bagnate.
Non è stato un momento di orgoglio questo
mio sfogo incontrollato, ma già mi ero visto
obbligato al ritiro dalla gara visto che con
il freddo che avevo non potevo cambiare i
vestiti. La conseguenza piu’ ovvi sarebbe
stata febbre e raffreddore!!!!Chiamo casa e
la mia cara micia si offre di partire subito
da casa e portarmi altra roba di cambio cosi
da poter ripartire …..ero isterico avrei
voluto prender tutti a sberle. Ma ormai il
tarlo della pazzia da risultato mi aveva
infettato. Alla fine mi rivesto con i panni
bagnati e riparto, mi prendo altre tre ore
di pioggia e con l’arrivo del sole comincio
ad appendere sullo zaino alcuni indumenti
per un cambio e cosi raggiungo la seconda
base vita a Cogne. Qui torno ad esporre la
mia disgrazia agli organizzatori. Una
signora, santa donna, di nome Vally ha pietà
di me, si porta la sacca a casa e ci
accordiamo che il giorno dopo troverò tutto
asciutto alla base 3, a Donnas e cosi sarà e
devo molto a lei se sono riuscito a
proseguire la corsa. Nel frattempo il meteo
si era sistemato e per tutta la gara avro’
tempo bello e soleggiato, personalmente
credo che un paio di temporali avrebbero
decimato i concorrenti, le condizioni
climatiche sono importantissime per portare
a termine una gara cosi lunga, su sentieri
in quota per cosi tante ore. Dicevo prima
che essendo “SOLO“ avrei potuto imporre il
mio ritmo gara, studiato a tavolino
sull’esperienza dell’anno prima; mi ero
imposto di fare anche 15 ore di cammino, 1.5
di sonno, 9 cammino, 3 sonno, 15 cammino e
cosi via, non rimanendo legato alle basi
vita ma alle condizioni e sensazioni
fisiche.
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