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16 - 26 APRILE 2009 - FOTO MAINE; BOSTON; NEW YORK ![]()
commento di forvezeta
Giovedì 16 parte da Linate la spedizione fo' di pe alla 113^ maratona di Boston. Siamo in 7 con Cucciolo, Innominato e Forvezeta ai nastri di partenza e gli accompagnatori, Alessandro, amico di Cucciolo, Anna, moglie di Marco, Francesca, figlia di Forvezeta e Sei Secondi. Dopo scalo a Londra, atterriamo a Boston alle 19,00 Italiane, ore 13,00 locali e come prima cosa ritiriamo il monovolume che ci trasporterà in questi dieci giorni di permanenza negli States. Grazie a Innominato ed Anna, e' stato predisposto il tutto con prenotazioni on-line, alberghi compresi. Ci dirigiamo a nord nello stato del Maine e ci restiamo fino a Domenica 19, dopo aver visitato il bellissimo parco Nazionale Acadia ed altri posti meravigliosi, immersi nella sterminata costa coperta da vegetazione tipica delle foreste. Ritornati a Boston, nel primo pomeriggio passiamo dall'expo a ritirare pettorali, fare incetta di gadget e acquistare scarpe da running. Il cambio e' molto favorevole e le mizuno Raider 12, che in Italia si acquistano a 120 euro scontate, ci vengono offerte a 65 euro e non possiamo certamente rifiutare. La gara si svolge il lunedì ed alle 6,30 ci dirigiamo verso Hopkinton, sede della partenza, che dista da Boston 40 km. In autostrada si incrociano i scuola bus che trasportano gli atleti ed e' una lunga fila gialla interminabile. Si viene indirizzati ai vari parcheggi dove poi partono altri pullman che trasportano tutti alla cittadina sulla collina. Siamo in 30 mila e le partenze vengono scaglionate, ore 10,00 per chi ha tempi sotto le 4 ore e 10,30 per tutti gli altri. Prima del via immancabile inno Americano e parata di due caccia che sorvolano le teste in attesa spasmodica. Il regolamento prevede il rilievo tempo al passaggio sui tappeti e questo non penalizza gli atleti, che come il sottoscritto, partito con il pettorale oltre i 10.000, supera la striscia della partenza dopo quasi 6 minuti. Qualche momento concitato per superare almeno chi gira oltre i 4,30'' al km ma una volta preso il ritmo, il gruppone avanza compatto senza variazioni considerevoli. Se molli un attimo però ti vedi superato da una massa enorme di concorrenti, segno di un livello molto alto e gente preparata, che vale il tempo dichiarato all'atto dell'iscrizione. La gente ai bordi della strada è il vero spettacolo della maratona e per tutti i 42 km senti incitamenti da stadio e trovi intere famiglie che aspettano gli ultimi come i primi. Il percorso è abbastanza facile fino alla mezza con parecchia discesa, poi cambia radicalmente e diventa molto impegnativo con un continuo saliscendi che oltre a tagliare le gambe, obbliga tutti a variazioni di ritmo che per una maratona e' il peggio che possa capitare. Si soffrono molto le salite dal venticinquesimo in poi ed arriva anche la cosiddetta salita spaccacuori che al trentesimo fa soffrire la maggior parte dei concorrenti. Mancano circa dieci km all'arrivo ed inizi a cercare un po' di concentrazione per superare le crisi ma l'incitamento assordante e la fiumana di persone che delimita la strada, non permettono di ritrovare la tranquillità necessaria. E' comunque uno spettacolo, la maratona più vecchia del mondo affascina e diventa una droga che non permette a nessuno di fermarsi, ti incitano a suon di Go, Go. Arrivi nel mega vialone d'arrivo e vedi sullo sfondo lo striscione, le tribune e ti cresce la commozione, con tanti tanti applausi che ti fanno venire la pelle d'oca. Un urlo e finisce la 113^ maratona di Boston e passi a ritirare la sudatissima medaglia. Una soddisfazione immensa, suffragata dai tempi, come il personale di Cucciolo, che per la prima volta abbatte il muro delle 3 ore, Forvezeta che termina la 5^ maratona in 70 giorni ed Innominato che, superati i problemi al ginocchio, rientra a pieno titolo nei ranghi agonistici. Siamo tutti estremamente soddisfatti e felici di aver partecipato a questa gara ed il ricordo ci resterà per sempre, per l'organizzazione impeccabile, il pubblico fantastico e l'atmosfera unica. Rimaniamo a Boston anche Martedì 21 per visitare la città e mercoledì partiremo per New York dove resteremo fino a sabato, con immancabile allenamento in Central Park. Sabato nel pomeriggio rientreremo a Boston per riprendere l'aereo che atterrerà a Milano Domenica 26 ore 15,00. forvezeta
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commento di cucciolo
Emozioni indimenticabili hanno
accompagnato i corridori nella
113esima edizione della Maratona di
Boston. Colazione alle 5 e partenza
alle 6.30 con gli scuolabus messi a
disposizione dall'organizzazione e
l'emozione è già grande. Arrivato a
Hopkinton cerco Forvezeta e
Innominato tra le migliaia di
persone che sono in attesa di
correre la Maratona più antica del
Mondo. Riesco a rintracciarli ed
intanto i minuti passano
velocemente. Ore 9.15 : e' arrivato
il momento di cambiarsi e di portare
le sacche agli scuolabus, ormai ci
siamo, manca poco. L'emozione cresce
e dopo aver lasciato i miei compagni
di avventura nei loro settori di
partenza raggiungo il mio. Dopo aver
ascoltato l'inno americano alle 10
puntuali si parte e inizia la
Maratona di Boston che tanto
aspettavo. La gente fin dall'inizio
e' incredibile, non smette di
incitare gli atleti ed al 21° km il
grido assordante delle ragazze del
Wellesley College è indescrivibile.
Passo alla mezza in 1h e 26 min.,
l'obbiettivo che mi ero prefissato
può essere raggiunto anche se mi
rendo conto che la parte più
impegnativa del percorso doveva
ancora arrivare. Purtroppo i
riferimenti chilometrici sono solo
ogni 5 km e cerco di mantenere il
ritmo costante anche se le numerose
salite (anche se non impegnative)
non sono di aiuto. Arrivato intorno
al 33esimo km di fronte a me
comincia a farsi vedere la
heartbreak hill (la collina
spaccacuore): cerco di non farmi
impressionare, guardo avanti e
finalmente si scollina, in
lontananza intanto comincia a
vedersi la skyline di Boston.
Mancano ormai meno di 10 km, le
gambe cominciano a farsi sentire e
la gente continua a incitare gli
atleti (good job,good job!!!).
Controllo il cronometro e vedo che
l'obbiettivo e' difficile da
raggiungere ma non posso mollare,
devo crederci. Al 40esimo km ormai
le urla della gente sono assordanti,
una piccola salita sembra essere
insormontabile e dopo due curve
secche ecco il rettilineo finale su
Boylston Street. Vedo il traguardo
lontano, il grande tifo della gente
mi permette di allungare il passo,
controllo il cronometro e mi rendo
conto che sarà questione di secondi,
ormai non posso mollare, bisogna
tenere duro ed una volta sotto il
traguardo guardo il tempo e c'è la
conferma 2h59m53s: il muro delle 3
ore e' stato battuto,l'emozione e'
grande, mai provate sensazioni del
genere grazie anche al calore di
tutte le persone che hanno incitato
gli atleti per 42 km.
cucciolo
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commento di innominato
La
giornata incomincia presto, infatti
alle 5.30 c'è la sveglia. Colazione
veloce alle 6 e quindi alle 6.30
tutti in auto per raggiungere il
luogo di partenza che dista non
molto dal nostro albergo. Lungo
l'autostrada che ci porta alla
partenza, notiamo subito un fila
impressionante di scuolabus che
portano gli atleti dal centro di
Boston. E' una marea gialla che si
muove lungo l'autostrada. Arrivati
al parcheggio l'efficienza
dell'organizzazione mostra un primo
segno con altri scuolabus che subito
ci portano alla partenza. A
differenza di quanto avviene in
Italia, all'interno del bus è tutto
un vociare frenetico degli atleti.
Il volume è tale che faccio fatica a
scambiare due parole con Forvezeta,
che e' di fianco a me sul bus.
Arriviamo al ritrovo degli atleti
verso le 8.30 e qui, come la maggior
parte delle persone, aspettiamo il
momento di riscaldarci nel giardino
della "high school". Lo start della
maratona avviene a Hopkinton (che
dai locali e' chiamato "village"
cioè villaggio, visto che non altro
che poche case ed una scuola, sede
del ritrovo atleti prima della
partenza. La sua fortuna e' che si
trova a 42,195 km ad est dell'arrivo
posto quasi in centro di Boston.
Lungo la via principale ci sono le
gabbie di partenza, che e' fissata
per le ore 10. Dieci minuti prima
dello sparo, come in tutte le altre
manifestazioni sportive, viene
cantato l'inno americano con i
locali che come nei film si mettono
la mano al cuore e cantano anch'essi
ad alta voce. Di seguito, giusto per
dare un poco di calore, c'e' il
passaggio a bassa quota di due F 16
della Air force, sulle gabbie di
partenza. Per quanto riguarda la
gara, alle 10 puntali c'è lo sparo.
Pronti via c'è subito una discesa,
mi sembra di essere alla maratona di
Firenze, con la differenza che
continua per almeno 3-4 km. Dopo la
discesa iniziale è tutto un
susseguirsi di leggere salite,
tratti in piano e piccoli strappi in
salita fino a circa al passaggio
della mezza. Dopo la mezza, abbiamo
ancora un paio di passaggi
abbastanza tosti che spezzano il
ritmo fino a quelli più impegnativi
delle colline di Newton (sobborgo di
Boston) e quello più famoso di tutta
la maratona che si affronta al 33^
km chiamato della collina
spezza-cuori. Un salita di 700-800 m
divisa da un breve tratto piano,
giusto per rifiatare e che si
affronta nel momento clou della
gara. Passato quello uno si aspetta
tutta discesa fino a Boston. Ed
invece no... ci sono ancora 3 sali
scendi spezza-ritmo a dividerci
dall'arrivo, per la gioia di noi
maratoneti. L'arrivo e' posto su uno
di quei vialoni (buolevard in lingua
locale) che arrivo quasi nel centro
della città. Una menzione a parte,
merita il pubblico che ci ha
incitato dal primo metro, al via,
sino all'arrivo. Solo in alcuni
metri senza persone e quindi corso
nell'indifferenza degli atleti. Per
raccontare tutto quello che ho visto
e sentito, dovrei scrivere pagine e
pagine forse un libro, tali e tanti
sono gli episodi da raccontare.
Di seguito alcuni spunti quelli che
ricordo meglio e quelli più
evidenti. Pronti via e noti subito
che a parte quelli che hanno
accompagnato i partecipanti al via,
fuori da ogni casa ci sono i
proprietari con prole al seguito che
ti offrono pezzi di arancia (i
ristori solidi ci sono solo dal 35°
km ...). I bambini sono sui bordi
del percorso con le loro madri ed i
loro padri, gioiosi e felici come a
Natale quando scartano i regali,
pronti a passarti un pezzo di cibo,
piuttosto che un bicchiere di acqua,
da mangiare, e a ricevere in cambio
un "cinque" dall'atleta di
passaggio. Gli adulti urlano,
incitano gli atleti senza fine a
squarcia gola. Questo e' quello che
avviene fuori dai paesi che
incontreremo lungo il percorso. Come
a Venezia ci sono anche dei
complessi che suonano musica rock e
trovi anche un paio di solisti, uno
che canta musica "country" ( quella
tipo di John Denver) ed un altro
rock alla Elvis Presley (aveva anche
il ciuffo come il mito ...). Ho
fatto solo 10 km, ma non immagino
cosa mi aspetterà più avanti.
Infatti il delirio, in senso buono,
con gente che ti incita e ti urla i
complimenti di tutti i generi lo si
raggiunge nel passaggio dei piccoli
paesi. Li, la folla e' tale, che per
tenerla a bada, mettono le transenne
altrimenti nella foga sarebbero
anche in grado di fermarti. Nel
frattempo dopo avere dato qualche
cinque a bambini, ne approfitto per
darlo anche a 3 anziane donne che
sedute sul bordo della strada (credo
fuori da un ospizio) ci guardano con
stupore ed ammirazione. A circa il
20° km, abbiamo un anticipo di
quello che ci aspetterà di seguito.
A circa 1 km dalla scuola superiore
di sole ragazze sento un rumore
assordante. Le ragazze urlano come
delle pazze e per di più , hanno in
mano dei cartelli che incitano i
concorrenti della maratona a dare
loro un bacio. Da sottolineare anche
l'incitamento al passaggio della
collina spacca-cuori, con la gente
che ti fa sentire tutto il suo
sostegno cosciente della difficoltà
degli atleti.
Ma il clou del sostegno lo incontro
negli ultimi 5 km, quando ormai a
Boston le persone come impazzite, ti
urlano che sei grande che hai fatto
un lavoro meraviglioso e manca poco
alla fine ... Incredibile !!
Il volume delle urla e' tale che mi
sposto verso il centro della strada
per fare riposare le orecchie ....
Che dire, un'esperienza incredibile,
inimmaginabile per noi italiani.
Oggi, tutti noi che abbiamo concluso
la maratona siamo una sorte di eroi,
il tempo di gara poco importa. Per
concludere un plauso ai volontari:
anch'essi ci hanno incitato ed
all'arrivo per qualsiasi cosa ti
dicessero i complimenti per la tua
impresa non mancavano.
Ho ricevuto più congratulazioni oggi
in 20 minuti di post-gara da loro,
che nelle precedenti 7 maratone
corse in Italia.
innominato