FOTO
DELLA SERATA 
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Quella consumata sabato sera è stata per me
una cena sociale particolarmente attesa,
perché all’interno della stessa si tengono
le premiazioni del Campionato sociale e del
trofeo”Emil Zatopek”. I vincitori si sono
rivelati due atleti di alto livello: il
“Velo” nel campionato, il sottoscritto nello
“Zatopek”. Un salone dello splendido e
avveniristico oratorio di S.Paolo d’Argon è
adibito a ristorante e sala “feste” per
l’importante avvenimento. Il tutto sotto
l’occhio vigile dell’organizzazione diretta
da ”Spock” che, dell’oratorio, è consulente
finanziario. Si mormorava che per
festeggiare “l’aver portato a termine la
maratona di Berlino” per il dopo cena avesse
ingaggiato a sorpresa niente meno che “Ruby
Rubacuori”. Tra i volontari in servizio
anche il suo miglior amico, col quale
condivide la passione della maratona. Non
partono mai insieme ma, puntualmente,
giungono in coppia al traguardo, essendo
l’amico autista della navetta “Servizio
scopa”. Sono talmente affiatati che molti
atleti ritirati, quando salgono, sono
convinti che “Spock” sia il bigliettaio. Il
ricavato della serata sarà devoluto proprio
a loro per l’istallazione di un impianto mp3
sulla navetta, per allietare i lunghi viaggi
( si consideri che “Spock” si ritira di
norma
fra il 12km e il 18km). In questa serata di
Gala è “concessa” la presenza anche a mogli
e fidanzate. Molta attesa era riservata per
la consorte di 4primi, volevo curiosare se
messa di fronte al cibo era all’altezza del
marito. Si rivelerà invece molto più sobria
meritandosi l’appellativo di “Due contorni”.
Molta tenerezza da parte delle “gravide”
mogli di “Gigione” e “Virus”, quest’ultima
ormai giunta al termine, comunicava
pubblicamente (fra uno scroscio di applausi)
il nome della futura creatura: ”Aspirina”.
Accattivante invece il maglioncino indossato
dalla bella moglie di “Spock” che lasciava
intravedere l’ombelico. Si giustificherà
dicendo che dopo un errato lavaggio si era
“ritirato” (pure lui?). Finalmente le
premiazioni: è il mio momento. Un autentica
ovazione mi accompagna al tavolo, ma è
amarissima la mia sorpresa nel vedere il
trofeo. Grandezza naturale, peso di otre 40
kg, (più uno di polvere), età: ad occhio e
croce dei primissimi anni 70, ed “orrore”,
rappresentava un calciatore che colpiva di
testa la palla. Praticamente un riciclo
.Resto indignato tra i ghigni della sala. Si
passa alle premiazioni del campionato
sociale. Subisco l’umiliazione di essere
preceduto da quei quattro “motagnini” che
corrispondono ai nomi di “Pirata Giacomino”,
“Grisù”, “Rasta” e “Vetta”. Vedere la gioia
e l’emozione nei loro occhi mi porta
comunque a congratularmi. La vita era stata
finora avara di soddisfazioni, era questo il
loro meritato “riscatto sociale”. Per quando
riguarda il campione assoluto “Velo devo
dire” c’è poco da dire. La sua vittoria era
stata decisa a tavolino verso fine novembre,
dopo la decisione di celebrare a S.Paolo
d’Argon cena e premiazioni, dove dal menù
era escluso il vino. Confidando sulla sua
“magnanimità” e sul suo fine palato si era
pensato che in caso di vittoria, sull’onda
dell’euforia avrebbe gentilmente offerto
“bollicine” per tutti. Mai previsione
risultò più azzeccata. Ben 10 bottiglie di
Ferrari, 4/5 Cesarini Sforza, e andando
oltre, si è preso la briga di portare da
casa i calici adatti. IMMENSO VELO.
Purtroppo per lui la premiazione del primo
classificato avveniva a fine serata, quando
le “sue bollicine” erano ormai terminate, di
conseguenza le belle e commoventi parole, ed
i ringraziamenti erano salutati dal lancio
di turaccioli e perfino da una bottiglia
vuota. POVERO VELO (non te lo meritavi)
Sebbene
la tredicesima posizione risulti
ingannevole, quando arriva il mio turno, con
enorme sorpresa mi vedo assegnare la vera
coppa in sostituzione dell’osceno “trofeo
calcistico” riservata al vincitore dello
Zatopek. Una coppa vera, con la sua bella
targhetta che riportava: 4° Trofeo Zatopek,
1° Classificato, Alberto Cucco. La
custodisco gelosamente tra le braccia, e
penso subito a dove posizionarla. Il primo
pensiero è: sul comò, in sostituzione della
foto del matrimonio (ormai è tanti anni che
è lì), ma non devo assolutamente
sottovalutare la “bestiolina” Alessandro (2
anni). Il pensiero che possa allungare una
manina, afferrarla, scaraventarla a terra,
mandarla in frantumi, e di conseguenza
finire nelle “fauci” del terribile
“Folletto” mi spaventa. Nel frattempo mi
accordo col “Vetta” per un lunghissimo sulla
ciclabile della Valle Brembana per la
mattina seguente. Durante la notte mi
sveglio di frequente, ho il terrore che
qualcuno possa entrare in casa, a sottrarmi
la coppa. Alle 5.45 mi alzo (appuntamento
7.45 in sede), mi rendo conto che qualche
sconsiderato la sera prima aveva lasciato le
proprie impronte (decisamente unte) sul
prestigioso trofeo. Prima la pulisco con un
delicato sgrassante poi la lucido con la
pelle di daino, infine la posiziono in bella
vista in cima alla libreria nel disimpegno,
dove riesco anche a posizionare un faretto
(te lo meriti).
crema