FOTO
DI DIEGO DEGIORGI 
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Sebbene,
l’anniversario (quest’anno 22) della
fondazione dell’A.S.D Fò di pe, ricada il
giorno dell’Epifania, con conseguente corsa
sociale, (dove è gradita la presenza di
tutti i soci) brindisi e ristorante, il
direttivo ha deciso di rinunciare alla mia
presenza, per inviarmi a testare l’inedito
percorso della nuova edizione della mezza
maratona sul Brembo, organizzata dai Runners
BG. E’ consuetudine per i Fò di pe mandare
alle “prime” l’atleta di punta del gruppo
(per promuoverne l’immagine). Accetto
volentieri perché incuriosito anch’io dal
nuovo tracciato che abbandona il ripetitivo
anello del Parco Callioni e si snoda fra i
comuni di Treviolo, Dalmine, Osio Sopra,
Osio Sotto e ritorno. Approfitto della gara
per verificare anche la mia attuale
condizione di forma, che ultimamente mi
sembra a dir poco penosa. Partenza 9.30,
sono solo e arrivo con un oretta di
anticipo, parcheggio a circa 300m al lato
della stradae vado a ritirare il pettorale
al Parco Callioni (base logistica della
manifestazione). Siamo in quattro gatti,
perché il “grosso” è già passato, ed è
proprio uno di questi (Renato) a consegnarmi
il pettorale. Mi sembra tutto ben
organizzato e ben segnalato: parcheggiatori,
tensostrutture, bagni, consegna borse ecc.
Anche il meteo sembrerebbe clemente. Lascio
il parco e mi dirigo verso la partenza per
il riscaldamento. Incrocio e saluto una
delle favorite per il podio: Silvia Moreni.
L’avevo lasciata in occasione dell’uscita di
“Luna piena” in piedi ad un tavolo che
ballava una canzone di Zucchero, la sua
preferita: Baila, baila Moreni, sotto questa
luna piena, baila col Crema……Evitai
nell’occasione di lanciarle la sfida nella
mezza (malgrado l’alcool, avevo conservato
un minimo di saggezza, visto che lei si
classificherà seconda assoluta con 1.23:
impensabile nelle mie condizioni attuali) ma
non evitai comunque di ricordarle di averla
sempre battuta al Fosso. Sempre durante il
riscaldamento mi pare di intravedere in
lontananza anche Rosario Fratus, che nei
giorni precedenti aveva avuto l’ardire di
promettermi “Pelo e contro pelo” alla prima
occasione. Visto il tempo che ha ottenuto
deduco che avesse il rasoio poco affilato.
Alla partenza ricevo il sorriso “composto” e
l’augurio di una buona gara da parte del
Palazzini, prima del traguardo invece quello
più “sguaiato” del Foiadel, che mi da la
carica per il rush finale. Obbiettivo minimo
1.30 (4.15 km) quello che in primavera si
spera possa essere il ritmo maratona. Il
primo km passo a 3.59 e decido subito di
rallentare per tenere 4.10 max. I primi km
sono una sofferenza, vengo superato da orde
di podisti. Il percorso è veloce, niente
sterrati, niente strade principali, niente
auto. Verso il sesto comincio ad ingranare e
a tenere un ritmo regolare, che mi porta a
raggiungere un gruppetto comprendente una
donna. Mi aggrego e con mio stupore
riconosco che la donna è Monica Carlin
(fuoriclasse dell’ultramaratona)la affianco
e riesco addirittura a fare conversazione (e
qualche gaffe) per un paio di km. Mi sento
gasato dalla nuova “amicizia”, tant’è che
verso il nono, lascio la compagnia per
buttarmi all’inseguimento di un atleta del
Castel Rozzone col quale ricordo di aver già
battagliato in altre circostanze. Si
attraversa il centro di Osio, parecchia
gente ad incitare, il gonfiabile che segnala
il passaggio a metà gara e lo speaker che
via megafono segnala (per tutti!!) numero di
pettorale, nome del concorrente e
appartenenza al gruppo. Sono questi gli
attimi in cui mi sale l’adrenalina a mille.
E’ il mio passaggio: lo speaker -- n°
623…--,un attimo di silenzio, ed invece di
diffondere il mio nome, annuncia l’imminente
arrivo di Monica Carlin (sic!). Perfino un
cane abbaiava al passaggio della fortissima
atleta: era un Carlino. Non posso affermare
di avere una corsa “fluida”, ma al 15km
finalmente, dopo una lunga rincorsa
raggiungo e supero il mio obbiettivo
(l’atleta del Castel Rozzone). Viaggio a
4,05 e prevedo di chiudere in 1.27
(insperato alla partenza). Fin’ora nulla da
eccepire, sul percorso (mi chiedo come mai
non l’avessero proposto prima) e
sull’organizzazione. Due cavalcavia gli
unici “ostacoli”. Faccio gara da solo,
giungo al 18km e decido di accelerare dando
tutto quello che posso. Il 19km 3.53,il 20km
3.52 (passaggio 1.22.01).M.3.58, per
percorrere 1,097 e chiudere in 1.25.59: vale
la pena tentare,visto che nel finale vi è un
tratto di discesa. Vado come un forsennato,
effettuo 3/4 sorpassi taglio il traguardo,
fermo il crono: 1.26.00 (grrrr!!! argh!!!
porc!!!). Sono comunque più che
soddisfatto,e mi complimento con
l’organizzazione per questa riuscitissima
mezza, dal percorso veloce e “tranquillo”.
Rinuncio a doccia e ristoro finale per far
ritorno in sede Fò di pe e brindare con i
soci ai 22 anni di vita di questo piccolo
gruppo (che come i più grandi) condivide la
passione per la corsa, quella “brutta
bestia” che fa gioire e soffrire ( a volte
sfinire) viaggiare, conoscere, e se
praticata in gruppo fa emergere la sua più
grande qualità: aggregare, e di conseguenza
fare gruppo, che resterà comunque al di là
della corsa.
crema