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La
scorsa settimana era cominciata nel peggiore
dei modi. Un meraviglioso vaso di gerani
posizionato sulla ringhiera di casa –che
dava sulla strada- è scomparso, lasciando
orfana l’incolpevole fioriera. Furto su
commissione? Un mariuolo del quartiere?
Vendetta? Il crimine mi ha parecchio
turbato, impedendomi di allenarmi con
l’abituale serenità. Sono andato alla
ricerca di qualche traccia con la lente di
ingrandimento che utilizzo solitamente a
casa di mia madre nel dopocena, per
“avvistare” il cognac che mi versa nel
bicchierino. Il caso si infittiva
ulteriormente dopo il rilevamento di due
sole impronte digitali, un pollice ed un
mignolo. L’unico indizio lo aveva fornito
mio figlio Alessandro. Dopo aver lavato la
sua biciclettina con una spugna - sottratta
allo “spugnaggio” in occasione del Fosso di
Valbrembo- l’aveva poi lucidata con quello
che credevo fosse uno straccio, ma che in
realtà era una bandana che l’innocente
creatura aveva rinvenuto nei pressi del
misfatto, accanto ad una pialla. Mistero!!
In famiglia le cose non andavano meglio. Ho
tradito mia moglie. Mi sono lasciato
attrarre un'altra volta dal frutto proibito.
Ho comprato l’anguria. Lei la odia. Occupa
troppo spazio nel frigo e le bucce intasano
il secchio dei rifiuti organici. Quando si
taglia e si mangia, gocciola e le gocce
rendono appiccicoso il pavimento. Nonostante
le avessi regalato l’ultimo modello del
mocio Vileda ( lo straccio che “quando lo
strizzi sorride”) lei restava contraria
all’acquisto del cocomero. Due comunque le
regole (diktat) che dovevo rispettare. La
potevo tagliare solo all’interno del lavello
della cucina e consumare nella vasca da
bagno. Visto che ero solo in casa, ho
piazzato il tagliere sul tavolo e ho
cominciato ad affettarla, ma nell’affondare
la lama un semino è schizzato via come una
molla. Preoccupato, mi sono chinato sul
pavimento alla ricerca del malandrino quando
improvvisamente sento sbattere il cancellino
di ingresso. E’ lei!!! Terrorizzato balzo
verso il lavello con tutto l’armamentario e
passo velocemente la spugna sul tavolo.
Cerco di restare freddo e mantenere il
controllo ma vengo probabilmente tradito da
alcune gocce di sudore che mi segnavano la
fronte. Lei mangia la foglia e subito passa
il dito sul tavolo alla ricerca di quel
concentrato zuccherino che potrebbe costarmi
carissimo. “ Come mai è bagnato il tavolo?”
rispondo dopo aver deglutito di nascosto,
“Ho passato la spugna perché avevo
appoggiato il sacchetto della spesa”. Fiuuu!!!
Proprio quando ero convinto di averla fatta
franca, si è scatenato il putiferio. In un
angolo remoto della cucina, tra le profonde
fughe del pavimento, - in prossimità del
tavolo- là, dove nemmeno il folletto poteva
arrivare, l’abile investigatrice aveva
individuato il dannato semino. Pieno di
sensi di colpa per aver mentito a mia moglie
e frustrato per aver subito il furto dei
gerani, sono partito alla volta di Zanica
per affrontare la mia 4° prova del Fosso.
Questa volta mi sono ricordato di portare il
Garmin, ma quando l’accendo scopro che ha la
batteria scarica. Ma vadavial….! Già nel
riscaldamento capisco che il peggior nemico
sarà il caldo torrido. Si parte dalla pista
di atletica e si percorre un unico giro per
un totale di poco meno di 7km. Circa 320 gli
iscritti. Parto cauto ed esco dal centro
sportivo imbottigliato nel traffico e già in
ritardo su i miei soliti obiettivi. Il caldo
è insopportabile e la falcata mi pare meno
“ampia ed elegante” del solito. Dopo un paio
di km sofferti alla ricerca del ritmo
adatto, cominciano i duelli e la sofferenza
si moltiplica. Prima col Vismara, poi con
Locatelli dei runners e Rossi della Torre –
che incontro abitualmente sul ring. Non
subisco sorpassi, ma in cima al secondo
cavalcavia ci resto malissimo. Non vedo più
il Velo, e la Lacrima, ma nemmeno l’
Angelino Bordogna – e non perché è piccolo.
Lotto comunque come un leone per avere la
meglio su chi mi sta accanto. Riesco a
sgusciare dal gruppetto e a presentarmi in
solitudine all’ingresso della pista per
affrontare il giro conclusivo. Nel frattempo
mi sono avvicinato parecchio ad un atleta
che mi ero illuso di poter “fulminare” sul
finale. Quando in prossimità dell’arrivo
stavo allungando le grinfie, questo non si è
fatto sorprendere e con uno scatto mi ha
preceduto al traguardo. Amen! Ho chiuso
stremato in 25’.36”. Mi sono consolato nel
dopo gara “strafogandomi” finalmente
nell’anguria, messa brillantemente a
disposizione degli atleti, dagli
organizzatori. Complimenti al Velo per
l’ottima prestazione (24’.40”), per essere
stato premiato (5° di categoria) e per aver
condiviso il premio, la bottiglia di rosso.
Il 22/06/2012 è coinciso anche con il “gran
giorno” per il socio Fo di pe, Rasta. Si è
finalmente unito in matrimonio con l’amata
Antonella. Approfitto per portare a Luciano
gli auguri più sinceri da parte tutti i
podisti che in questi anni gli sono stati
più vicini: quelli che corrono mediamente
sopra il 5’. Testimone dello sposo è stato
l’inseparabile amico Nuk, splendido e
gigantesco esemplare di “bovaro del
Bernese”. Hanno partecipato a questo lieto
evento in rappresentanza della società:
Forvezeta, Pirata Giacomino e Grisù. Scaltra
e non casuale la scelta del Rasta di
invitare proprio questi tre personaggi. Il
Forvezeta è un ottimo fotografo ( andava
così ad occupare la casella “servizio
fotografico” ), il Pirata è un eccellente
falegname ( a lui è stata commissionata la
costruzione del letto a tre piazze), infine
il Grisù, che con la sua simpatia avrebbe
intrattenuto i bambini e fatto ballare il
cane. L’unico nodo da sciogliere riguardava
il viaggio di nozze : Anto avrebbe voluto
andare al mare, Nuk invece, optava per la
montagna perché ama passeggiare nei boschi.
Molta soddisfazione da parte degli sposi
nello scartare i regali, tra i quali
spiccava un meraviglioso vaso di gerani. CREMA |
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