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E’
stata senza dubbio la scelta più sofferta
della mia carriera podistica, quella che mi
ha portato a rinunciare alla prova del fosso
di Spirano per partecipare alla corsa del
palio delle contrade di Ossanesga (Valbrembo).
Ho già ricevuto svariati insulti: codardo,
traditore, vigliacco, ebete, eccetera.
Accetto tutto, ma non quell’ ingiuria che mi
ha veramente ferito togliendomi perfino il
sonno: Giupì! Mettetevi nei miei panni.
Avevo tanta voglia di vincere una corsa,
quando avrei avuto un'altra opportunità così
ghiotta? L’unica occasione si era presentata
tre anni fa al giro di Scano (Valbrembo),
organizzato dalla parrocchia rivale e
dominato dall’inizio alla fine, ma avevo
saltato il controllo –per mancata
segnalazione-, squalificato!! Ora avrei
potuto finalmente riconquistare la stima dei
famigliari, l’ammirazione dei contradaioli e
l’invidia degli avversari. I bambini
dell’oratorio, nei giorni successivi
avrebbero puntato il dito esclamando “E’
lui, è lui quello che ha vinto!”. Sul piatto
della bilancia devo mettere anche la
succulenta promessa fatta dalla mia sposa in
caso di vittoria. Mi avrebbe regalato un
anguria. Non posso mancare!!! Circa un
centinaio i partecipanti, inclusi moglie,
due figli e prevosto. Volevo togliermi anche
lo sfizio di dare una bella “ lisciatina” al
Fò di pe, Rasta, vincitore di ben tre
edizioni. Purtroppo è in luna di miele tra
le amate montagne del Bernese in compagnia
dell’amico Nuk. Con loro era presente anche
la giovane sposa Antonella. Tra gli iscritti
alla corsa del palio, anche il presidente
del Triathlon Bergamo: il volenteroso
Piergiorgio Gabellini. Le insidie possono
venire solo dagli sconosciuti ragazzi del
paese. Evito la casacca ufficiale e nascondo
il garmin nel taschino dei pantaloncini per
non dare troppo nell’occhio, ma alla
partenza sono in prima fila col cronometro
al polso per ritagliarmi un posto nella
storia. Gli organizzatori dichiarano la
lunghezza del percorso: approssimativamente
5km! Il cronometro satellitare registrerà
2,820km. Alla faccia dell’
approssimativazione ( ho impiegato una vita
per scriverlo). Si parte! La veemenza di
alcuni ragazzini mi costringe ad un avvio
pirotecnico. Complice un tratto di leggera
discesa, percorro il primo km in 3’,16”,
giusto per far capire con chi avevano a che
fare. Complice un tratto di leggera salita
copro il secondo km in 3’,44”. Dietro, il
vuoto. Gli ultimi 820m, complice un lungo
tratto di leggera pianura, corro a 3’,39”km.
Dietro di me, solo le imprecazioni rivolte a
due addetti al percorso che mi hanno fatto
imboccare una parallela anziché la via
corretta. Visto che sono stato seguito da
tutti i concorrenti non vi sono state
squalifiche (questa volta avrei fatto
“saltare in aria” la parrocchia). Faccio il
mio ingresso in oratorio -dove è posizionato
il traguardo- in assoluta solitudine. Non è
proprio quel tripudio in cui speravo -
probabilmente non mi aspettavano così
presto- ma toccare per la prima volta il
nastro d’arrivo ( una miserabile fettuccina
gialla per incartare i regali) mi ha
regalato un emozione fortissima. Unica
pecca, la mancata soppressione di
quell’anziana signora che ha dichiarato che
ho vinto solo perché mancava il cappellone
(il Rasta). Che rabbia… CREMA |
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