 |
Valbrembo
11/05/12 ore 19.00 - "Amore devo andare, il
dovere mi chiama! Se resto a casa dovrei
comunque rincorrere i figli, tanto vale
andare a Carobbio: là sono considerato un
valore aggiunto". Risposta moglie- "Cerca di
tornare almeno con un cesto di generi
alimentari per aggiungere valore anche alla
tavola". Replico- “Per avere qualche
possibilità di andare a premi dovrei sperare
in una misteriosa e improvvisa moria di
podisti over40 nella provincia di Bergamo.
Non è il caso!" Il vento della crisi soffia
come un uragano e di questi tempi anche un
panino col salame è considerato un premio
ambito. Ho scelto di correre la prova del
Fosso a Carobbio, perché consapevole del
ricco ristoro post gara. Con soli 5 euro,
oltre all’iscrizione ed il pacco gara ho
rimediato una cena completa. Due panini con
pancetta, uno con prosciutto cotto, un
calice di rosso, due fette di crostata, un
bicchiere di aranciata, uno di coca e un
caffè liscio. Sono riuscito inoltre a
“svaligiare” qualche panino e ho infilato
5-6 fettine di salame nel taschino del
pettorale. A nulla invece, erano valse le
mie proteste per ottenere la bramata banana
che avevo promesso al mio piccolo Ale. E’ il
gruppo della Pantera Rosa ad organizzare
questa 2° prova del Fosso, che considero una
delle più suggestive ed appetitose
dell’intero circuito. Oltre che seri e
scrupolosi organizzatori, le Pantere anche
sono abili e competenti nel dispensare
suggerimenti agonistici. Farò tesoro dei
consigli di uno di loro, che in via
strettamente confidenziale mi ha svelato il
trucco per guadagnare secondi preziosi in
gara. “ Devi accorciare i capelli, radere la
barba e tagliare le unghie!!!” Pareva serio
(?) e compiaciuto di avermi elargito questa
“chicca”. Io son rimasto sorpreso e
piuttosto perplesso. Il pensiero è corso
veloce al nostro Pirata Giacomino, che oltre
ad essere completamente calvo è privo di tre
falangi, in teoria dovrebbe volare! E quel
povero Lucio Bazzana? Quante ultra maratone
gli saranno sfuggite a causa della lunga
barba? Un folto pubblico e la serata dal
sapore estivo, hanno fatto da cornice ai 350
iscritti pronti a darsi battaglia
nell’ambito di quella che resta una festosa
manifestazione podistica. Il percorso
leggermente modificato -causa lavori- è un
colpo di scure al fascino del circuito, che
sarà da ripetersi tre volte per un totale di
km 7,700 circa. . Presenti tra i
concorrenti-rivali, il temibile Fò di pe,
Brontolo e la resuscitata Maria Lacrima, che
in compagnia di Moreni e Manenti andava a
formare un formidabile trio femminile. La
Lacrima ovviamente non si è smentita nemmeno
in questa occasione. La sera precedente, su
mio esplicito invito a partecipare a questa
corsa, aveva risposto: “ No grazie, in
questo periodo corro solo per il piacere di
correre, niente agonismo”. Ed io, ingenuo
tontolone- “ Brava, fai bene!”. Si parte! Mi
metto in scia di Lacrima e Silvia, per
Brontolo e Manenti partenza a razzo. Al
termine del primo giro, Silvia perde qualche
metro, Maria lo guadagna, io resto nel
mezzo. Sono completamente disidratato e dopo
un bicchiere di acqua mi preparo ad
affrontare per la seconda volta la salita.
Sono nel pieno del “ denti stretti, testa
bassa, occhi chiusi” quando sento che alle
spalle qualcuno mi sta tirando la maglietta,
rallentando la mia galoppata e mandandomi in
bestia. Era, Gian(Giuda) Moretti . Voleva
vendicare il suo nuovo pseudonimo
prendendomi alle spalle, il vigliacco. O
forse, roso dal rimorso, quel “tirare” stava
solo a significare: “ Scusa Crema, ho
sbagliato, riprendetemi con voi”. Comunque
sia, le porte del paradiso sono per lui
ormai serrate- ho lasciato solo una
finestrella socchiusa per la sua compagna.
Per la suocera mi riservo di decidere più
avanti. Riprendo a fatica e termino il
secondo giro con una discreta riserva di
energia e tanta voglia di pizzicare Maria,
che mantiene sempre un leggero vantaggio.
Silvia ha perso terreno, Brontolo è sempre
avanti ma sembra che abbia perso
effervescenza. L’ultimo strappo mi sfianca
letteralmente e nella seguente discesa cerco
solo di rifiatare. La Lacrima si lancia
invece all’inseguimento di Elisabetta
Manenti. E’ ora di decidere la tattica per
il finalone. Per inseguire la “bestiolina”
non ne ho a sufficienza, devo solo tenere
fino alla fine dello sterrato. Il ritorno
sull’asfalto ed il cartello che segnala il
7°km equivalgono alla tromba che suona la
carica. Mancano solo 700m, testa bassa e
giù… Riesco a svignarmela da Giancarlo
Invernizzi col quale ho condiviso buona
parte della gara, poi infilo uno sgasato
Brontolo e un Diego Giassi - sempre capace
di procurarmi piacevoli sensazioni- credo in
fine di aver superato altri due atleti.
Quando imbocco il lungo rettilineo che
precede il brevissimo tratto finale, Maria
Lacrima oltre ad avere un distacco
incolmabile era riuscita nell’ impresa di
agguantare la Manenti, dando vita ad una
appassionante volata spalla a spalla che
vedeva Elisabetta spuntarla su Maria per una
lacrima. Nel frattempo alle mie spalle sento
un preoccupante rumore di passi svelti -che
battono violentemente sull’asfalto-
avvicinarsi sempre più. Sto “girando” a 3.25
–fonte garmin, per gli ultimi 737m- chi
oserà mai insidiarmi? Eccolo! E’disarmante
vedere con quale facilità questo tizio mi
salta allungando in progressione. Resto
inerme e mi prenderei a mazzate sui denti
per aver dichiarato meno di una settimana fa
che “nel tratto finale difficilmente lascio
scampo”. Inoltre avevo manifestato
pubblicamente il fastidio procurato dal
piccolo Angelo Bordogna – “che battezzo
abitualmente”- perché era sceso sotto i 38’
nei 10000. L’Angelì mi “pettinava” per la
seconda volta e tale Gualdi Stefano mi aveva
talmente surclassato, da farmi rinunciare
alla volata. Concludo comunque con una buona
prova e un crono di 28.46 (3.43km). D’altra
parte non avrei potuto far di meglio: avevo
le unghie lunghe.
CREMA |
 |