Quella
scorsa, è stata una settimana con un tempo
incredibile. Giornate limpide e asciutte con
temperature che hanno raggiunto i 25°.
Avendo ferie arretrate, ho approfittato e mi
sono goduto questo meraviglioso inizio di
primavera. Mi sono dedicato alla famiglia,
portando e ritirando il piccolino dalla
scuola materna, ho aiutato mia figlia nello
svolgere i compiti, ho trascorso i pomeriggi
al parco giochi, ho fatto lunghe camminate
in compagnia di mia moglie, ho piantato i
gerani, ho cucinato, ho letto, ho scritto,
ho pedalato e naturalmente ho corso. Sarà
perché non sono ancora uscito dal tunnel – i
muscoli sono ancora parecchio indolenziti--
ma nei giorni scorsi, improvvisamente, è
maturata in me quella che considero la mia
vera vocazione. Ho gettato gli ultimi anni
della mia vita nell’improbabile rincorsa
della “maratona sotto le tre ore”,
lasciandomi sfuggire quello che ora mi
appare evidente e nel quale mi sento pronto
a dedicare il futuro. La pensione! Dopo
quasi trent’ anni di onorato servizio, ho
raggiunto la consapevolezza di essere
preparato e “adatto” ad affrontare questa
nuova sfida. Ho scritto quindi una lunga e
dettagliata lettera al ministro Fornero,
nella quale chiedevo cortesemente che mi
fosse concesso il vitalizio, assicurando che
ne avrei fatto buon uso. Ho anche motivato
la richiesta. Garantivo che mi sarei
estraniato da qualsiasi critica nei suoi
confronti, mai sarei sceso in piazza a
protestare per l’articolo 18, per la
chiusura delle fabbriche, per gli aumenti
spropositati dei beni primari, i
licenziamenti, la flessibilità, la perdita
del potere d’acquisto dei salari e che
nutrivo una immensa stima nei suoi
confronti. Mi sarei inoltre dedicato al
sociale due volte alla settimana,
accompagnando il Virus nei suoi allenamenti.
Giuravo inoltre che non avrei trascurato la
famiglia, prendendo in seria considerazione
il loro più recondito desiderio: avere un
cagnolino. Proponevo in fine che questa
richiesta, – viste le disperate condizioni
fisico/agonistiche in cui versano
ultimamente - fosse estesa anche ai Fò di pe,
Forvezeta e Pannocchia. Per “sostenere” le
mie ragioni, non lesinavo ad inviarle un
ricco cesto di salumi nostrani e una
bottiglia di Valcalepio, come anticipato
segno di gratitudine. Nella trepidante e
fiduciosa attesa di una risposta, mi sono
preparato come meglio ho potuto per la mezza
maratona di Gazzaniga. Parto con l’amico
Luca, col quale una volta all’anno ci si
ritrova per una corsa. L’ultima insieme, era
stata l’ angosciosa maratona di Piacenza
2011. Il viaggio è breve e dopo le solite
quattro chiacchiere su lavoro, famiglia e
dissenteria, raggiungiamo Gazzaniga. Tutto
ben organizzato, oltre 640 gli iscritti per
questa prima “ Mezza sul Serio”. Percorso
“tosto” da ripetere due volte. Partenza in
salita e un paio di strappi nei primi 3 km
suggeriscono un avvio prudente. In settimana
mi ero accordato con Lacrima Maria e Ale per
correre insieme i primi 5km al 4.15.
Successivamente ognuno avrebbe preso la sua
strada. Si parte! Al passaggio del primo km
Ale ed io siamo puntuali come un cronometro:
4.15. La Lacrima (dopo aver pianto miseria
perché fuori condizione) ci ha già
distanziato di un centinaio di metri e
calcolo il suo passaggio abbondantemente
sotto il 4. Non è una novità! Al suo fianco
potevo scorgere il Brontolo che
chiacchierava: era la giusta punizione per
non aver mantenuto gli accordi. Procediamo
regolari senza curarci delle orde di podisti
( tra cui Walter Hulk ) che ci sorpassano.
Dopo i primi 3km corsi salendo, si scende a
valle. Al primo ristoro perdo qualche decina
di metri da Ale . Vista la mancanza di
preparazione a causa delle precarie
condizioni fisiche, meglio di così non
potrei comunque fare. Fino all’ottavo km si
scende, questo mi permette di abbassare la
media al 4.10. Il tratto che va dal 9km al
14km si può definire cruciale. La strada
ricomincia a salire e il ritmo cala.
L’undicesimo km si rivelerà il peggiore:
4.23. Ho una sola tattica, tenere come posso
fino al 14km, poi una volta iniziato il
ritorno a valle -sperando di ritrovare lo
smalto dei bei tempi- incrementare e fare
terra bruciata dietro di me. Purtroppo la
speranza si rivelerà troppo ottimistica. Le
gambe non girano come vorrei e mi devo
accontentare di tenere e non subire
sorpassi. Qualche “cadavere” lungo il
percorso riesco comunque a raccoglierlo. Ale
invece, che sembrava alla portata, al 18km
si produce in un bell’allungo e mi
sgattaiola via. Quando ormai la gara
sembrava incanalata dignitosamente verso il
traguardo in 1.28/ 1.29, (avrei fatto cento
firme alla partenza) ecco una gradita
sorpresa. Mentre intravedo il cartello del
20km, mi pare di riconoscere - una
cinquantina di metri avanti- la figura
dell’incredibile Walter Hulk. La certezza
che fosse lui l’ho avuta avvicinandomi e
sentendo il tremolio dell’asfalto. Il suo
appoggio ricordava per eleganza e
delicatezza la caduta al suolo dei fiocchi
di neve. Era saltato di “brutto”, ma io non
provavo nessuna pietà, anzi, avevo
l’occasione di vendicare una scommessa che
mi era costata la bellezza di sei pizze, che
non avevo ancora digerito. Lo raggiungo a
700m dall’arrivo e mentre lo affianco
abbozzando un sorriso, - convinto di
passarlo agevolmente - improvvisamente
diventa verde dalla rabbia e da uno
“strappone” che mi fa salire il cuore in
gola. Capisco subito che vuole vendere la
pelle ( anche se verdastra) a caro prezzo.
Rinuncio al sorpasso e mi incollo ai suoi
fulgidi talloni. Riconosco che mi ha tirato
il collo e ho dovuto dare tutto per non
lasciarlo scappare. Ma quando alla fine del
lungo rettilineo abbiamo curvato ad una
rotatoria e ci si è presentato ad un
cinquantina di metri il gonfiabile del
traguardo, non c’è stata storia: l’ho
stroncato!!! Ho chiuso in 1.27.52,
soddisfatto. Non sono “saltato”, ho dato
quello che avevo mettendoci un po’ di testa
senza rinunciare a battagliare, ho raccolto
e gustato la ciliegina finale. Prendo atto
che la mia condizione attuale è questa, (
vengo anche da una settimana di antibiotici)
sperando che sia solo il punto di partenza
per una stagione primaverile meno sofferente
di quella invernale. Complimenti
all’organizzazione per la riuscitissima
manifestazione, a fronte (giusto ricordalo)
di un costo di iscrizione di € 15, una
rarità. Da rivedere solamente la “caotica”
riconsegna chip. Congratulazioni a Luca, che
in 1.19.31 conclude terzo di categoria M45.
I miei omaggi (grrrr!) a Brontolo che firma
il personale 1.23.03 (1.22.55 Real Time) e
al suo allenatore “Vengo”,- che gli aveva
sconsigliato di correre. In fine una” nota
di biasimo” alla Lacrima, 4° donna assoluta,
nonostante prevedesse di ritirarsi al primo
giro perché impreparata.
Ps Oggi,
02/04 all’ora di pranzo il postino mi ha
recapitato una lettera che aveva custodito
all’interno di una busta di plastica, perché
bagnata e gocciolante. Erano le lacrime
della Fornero, che affranta dal dolore mi
comunicava che per godere della pensione
avrei prima dovuto: scendere sotto le tre
ore in maratona, portare mia moglie in
crociera, prendere un cagnolino per i figli
e lavorare altri 15 anni. Sono andato su
tutte le furie e non ho esitato a
risponderle per le rime: - Cara Fornero, se
lo può scordare, il cagnolino non lo
prenderò mai! CREMA
- foto di Roberto Mandelli da
Podisti.net