|
• |
|
MEZZA DI SIRACUSA 2012 |
|||
Questa di
Siracusa era una trasferta programmata da
mesi, per l'esattezza dal giorno in cui sono
venuto a conoscenza del costo
dell'iscrizione alla maratona: € 1 ( senza
riconoscimento). Per l'occasione, riesco a
coinvolgere l'amico Romeo (all'esordio in
maratona). Al seguito due signore, la moglie
di Romeo, e la nuora di mia madre. La
signora preferisce mantenere l'anonimato
perchè non gradisce più essere citata nei
miei articoli. Approfittiamo della corsa per
concederci tre giorni di vacanza e visitare
il sud-est della Sicilia. Prenotiamo quindi,
volo, auto,e b&b con largo anticipo.
Purtroppo un infortunio rimediato nel fine
stagione ( 5 settimane di completa
inattività) e la ripresa avvenuta solo il
primo di gennaio, mi suggeriscono di evitare
una 42. Opto quindi all'ultimo istante per
l'iscrizione (sempre €1) alla mezza. Le
ingiurie dell'adirato Romeo, che a macchia
d'olio aveva diffuso la notizia del suo
esordio in maratona in compagnia del Crema
in quel di Siracusa, si sprecano. Si parte
dalla Malpensa la mattina di venerdì,
destinazione Catania. Prima delle 11 siamo
già sistemati nel grazioso Bad & Breakfast,
accolti all'ingresso da un luminoso
alberello di natale . Prima tappa, Noto.
Pranzo veloce e visita alla cittadina,
considerata un gioello barocco, ed inserita
dall'UNESCO, nella lista dei siti patrimonio
dell'umanità. Nel tardo pomeriggio si punta
su Pachino per un eventuale razzia di
pomodorini, un occhiata alla riserva
naturale di Vendicari, e poi giù all'estremo
sud di Capo Passero. Per cena si torna a
Noto, dove un carissimo amico mi aveva
consigliato una trattoria tipica,
imperdibile. Prima di lasciare il
"ristorantino", telefono al carissimo amico
per congratularmi, e invio tramite sms una
lunga e articolata missiva all'Unesco, per
segnalare il locale, come patrimonio delle
"barbarie dell'umanità". Il sabato mattina è
dedicato alla cultura. Visita al parco
archeologico di Siracusa. Brucia ancora il
"deca" spillato per l'ingresso. Il
pomeriggio, passeggiata tra i vicoli e le
piazze di Ortigia ( il cuore della città) e
raccolta di informazioni riguardanti la
corsa. Un vigile nega che la partenza
avverrà da piazza Duomo, un altro non crede
che i pettorali verranno distribuiti il
sabato pomeriggio, il terzo esclude che si
possa essere una maratona il giorno
seguente. Nel frattempo le signore rientrano
dallo shopping e reclamano la merenda. Dopo
aver telefonato all'organizzazione, ed
ottenuto certezze, ci rechiamo all'expo per
il ritiro dei pettorali. La signora alla
segreteria ci comunica con un bel sorriso,
che non risultiamo iscritti. Le chiedo se di
professione facesse il vigile, e le mostro
la ricevuta del pagamento e le relative
scartoffie. La gentilissima risolve in un
attimo. Ci iscrive e ci consegna i
pettorali. Graditissima infine la presenza
di alcune graziose fanciulle che ci
omaggiano di integratori e dolcetti alla
mandorla che ci permettono di saziare le
"belve" e risparmiare gli euro per la
merenda. Prosegue la visita della città con
l'ingresso all'imponente Duomo, dove
all'interno incontro due vecchi amici. Sono
il "tuttologo" Fedele, e il fedele
assistente Germano, entrambi tesserati per
l'Atletica marathon Almenno, e iscritti al
10000. La cena, causa shopping smodato delle
signore nel pomeriggio, sarà consumata in
una gelida pizzeria. L'accordo prevedeva,
quattro margherite, due birre ( per gli
atleti) e due minerali, stop! Il battibecco
tra il " sobrio" Romeo e la sua giovane
sposa è breve ma animato. L' ingorda, dopo
la pizza, si era lasciata invaghire da un
piatto di patatine fritte! La domenica
eccoci pronti e puntuali alla partenza ( ore
9) in piazza Duomo. Circa mille gli
iscritti, tra mezza, diecimila, e maratona.
Il mio mister " Giamba" ( mi aveva riaccolto
a braccia aperte) consigliava vivamente di
interpretate la corsa come allenamento, e
non come gara. Non potevo più deluderlo.
Romeo sognava di infrangere il muro dell
1.30. ma non lo dichiarava. Il tempo è
clemente, la piazza stupenda,
l'organizzazione latita. Sono le nove, ma i
podisti gironzolano tranquillamente quà e
là. Una transenna posizionata nel mezzo
della partenza verrà rimossa solo pochi
secondi prima dello sparo, che avviene
"puntuale" alle 9.15. Usciti dalla piazza si
imboccano i tanto carattestici, quanto
angusti vicoli, per poi sbucare dopo una
curva a gomito, di fronte ai tavolini di un
bar o a qualche fioriera di morbido cemento.
Dopo due giri molto nervosi all'interno
dell'isola di Ortigia, si attraversa un
ponte che porta fuori dal centro, dopo oltre
un km di fastidiosissimi Sanpietrini. Cinque
km corsi ai lati di una statale con un vento
insopportabile, un cavalcavia, qualche km in
una tranquilla strada secondaria che
attraversa gli agrumeti, giro di boa, e
ritorno. Malgrado le buone intenzioni di
partire a 4.15, mi lascio trascinare e giro
i primi tre km al 4. Capisco subito che non
sarà giornata da "tempone". Rallento
visibilmente, e a fatica riesco a stare tra
il 4.10/4.20. Nel frattempo incrocio i
podisti impegnati sulla via del ritorno nel
10000. In ottima posizione vedo e incito il
Germano. Poche centinaia di metri più
avanti, il trambusto. Il giro di boa per il
10000 era mal segnalato, e c'erano corridori
che andavano, venivano, giravano, ma più che
altro imprecavano in strettissimo dialetto
Siculo, uno spasso. Il Fedele era dato per
disperso... Al decimo sento le gambe
inchiodate e comicio a girare oltre il 4.20.
Verso il tredicesimo ecco il giro boa. Sono
in difficoltà ma riesco bene o male a
gestirmi. Avrò percorso circa cento metri
sulla via del ritorno, ed incrocio un
volitivo Romeo che pareva in grado di
insidiarmi. Continuo a girare oltre il 4.20,
e decido la strategia. Tenere questo passo
senza troppo soffrire, e aspettare di essere
raggiunto dall'amico. Una volta in coppia
sarò disposto a soffrire per "tirarlo" sotto
l'1.30, ma a sputare l'anima per non farmi
battere. Intanto passo il cartello del 15km
e mi sembra di stare un poco meglio. Intorno
al 17km supero brillantemente l'ultimo
ostacolo, il cavalcavia. Mi volto per
controllare l'amico avversario, ma mi sembra
di aver allungato un altro centinaio di
metri. Approfitto del buon momento per
vendicarmi di un "cicciottello" che mi aveva
passato in precedenza. Che bello guardarlo
con la coda dell'occhio, mentre cerca
disperatamente di restare nella scia.
Ritrovo finalmente un po' di smalto, e
percorro gli ultimi due km abbondantemente
|
|||
![]()