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Si
disputa a Cologno al Serio la 3° prova del
Fosso bergamasco 2012. Tra tutte, è
sicuramente quella che presenta il tracciato
più suggestivo. Tre giri, per un totale di
circa 7km, da correre intorno alle antiche
mura che costituiscono il perimetro del
borgo medioevale di Cologno. Alcuni storici
fanno risalire la posa della prima pietra
della fortezza, all’ultra maratoneta Lucio
Bazzana, all’epoca impiegato come “bocia
muratore” lungo le rive del Serio. Un unghia
del suo alluce, incastonata tra le pietre di
un portone d’ingresso, si può ancora
ammirare durante le visite
guidate. Secondo fonti attendibili, pare sia
stato proprio questo episodio a scatenare in
lui quell’inarrestabile voglia di correre.
Tra i primi che incontro in zona iscrizioni,
c’è il simpatico esponente del gruppo della
Pantera Rosa, che la scorsa settimana mi
aveva omaggiato dei “segreti del podista”.
Rivendicava con orgoglio i trascorsi di
allenatore di alto livello, ed io in tutta
risposta gli ho mostrato la mia chioma
sfoltita e la limetta per le unghie che
custodivo gelosamente nel taschino del
pettorale. Anche il Pirata Giacomino pare si
sia lasciato contagiare da questa innovativa
fonte di “guadagno facile”. La scorsa
settimana un collega falegname l’aveva
bloccato davanti ad una taglierina mentre
era in procinto di privarsi di altre tre
falangi . Povero Pirata, pare avesse già
acquistato un nuovo paio di scarpe da
running con l’allacciatura a strappo. Io,
causa affaticamento muscolare e altri
imminenti impegni podistici, decido di
deporre le armi, rinunciando alla battaglia
in favore di una tranquilla galoppata
partendo dalle retrovie. Dopo aver sostenuto
la mia Francy nella gara dedicata ai bambini
, mi reco alla partenza posizionandomi in
fondo al gruppo. Clima gaudente e oltre 350
iscritti per questa prova organizzata
dall’Atletica Cologno. Si parte! Dopo aver
attraversato la piazza principale ci si
incanala verso uno dei quattro portoni che
rappresentano gli ingressi alla cittadina .
Esco dalle mura tra gli ultimi, ricevendo
molti applausi dal numeroso pubblico
presente, ma anche qualche insulto da parte
del dirigente Fò di pe, Pannocchia. Dopo
poche centinaia di metri raggiungo quello
che considero il boss incontrastato della
categoria “amatori”, il Gioan Algeri. E’ poi
la volta della Silvia Bazzana , che a soli
due anni di distanza dal parto, è già capace
di stare sotto il 6’ al km. Dopo circa
800/1000 metri, la visuale si apre
sull’intero gruppo e l’immagine che ne
ricavo è spettacolare. Complice il polverone
sollevato sullo sterrato, vedo un branco di
cavalli selvaggi e imbizzarriti. Si potevano
distinguere chiaramente i cavalli di razza,
quelli da traino, qualche somarello ma anche
diverse puledrine. Grande assente il “pony”
Angelo Bordogna. Termino il primo giro al
trotto e approfitto del ristoro per un sorso
d’acqua e una manciata di biada. Il secondo
giro regala soddisfazioni immense. Una
cinquantina di metri davanti a me intravedo
un vecchio amico compaesano, che da poco
aveva intrapreso la via del podismo : il
Nerone. Nel 1986, insieme avevamo vinto un
torneo di calcio a sette. Non ho mai
dimenticato – nonostante la vittoria- i suoi
aspri rimproveri perché ero poco incline
alla corsa e per le valanghe di goal che
divoravo sotto porta. Era giunto dunque il
momento della vendetta. Non ho dovuto
nemmeno lanciare il lazo, per catturarlo.
Era già chino su se stesso,respirava
affannosamente e faticava a nitrire. Una
gioia!!! Comincio il terzo giro
incrementando notevolmente il ritmo. Riesco
subito a mettere le briglie ad un Fò di pe,
il 4Primi. Nonostante vantasse un passato da
“stallone”, pagava a caro prezzo
l’irresponsabile scelta di trasformare il
suo grazioso pizzetto in una lunga barbetta
caprina, incurante dei secondi preziosi che
questa gli sarebbe costata. Giungo in ottime
condizioni all’altezza del 6°km. Un
centinaio di metri davanti a me scorgo il
Grisù. Al galoppooo!!! Riesco ad acciuffarlo
all’ingresso della mura e mi rendo subito
conto che il tempo aveva segnato anche lui.
La sua criniera aveva perso volume e
lucentezza e la corsa risultava meno fluida
che in passato - forse a causa del brutto
infortunio rimediato ad uno zoccolo. La
tattica suggeriva di restargli nell’ombra
fino a 50 metri dall’arrivo, e poi…zichite!
Purtroppo questa tattica portava anche a
subire alcuni sorpassi . Inaccettabile!
Lascio allora il Grisù e con un “elegante”
allungo supero negli ultimi 200m una decina
di avversari. Troppo facile? Sarà, ma sono
contento lo stesso! Chiudo in 234° posizione
in 28’.54” ad una media del 4’10”. Questo la
dice lunga sul livello delle gare del Fosso,
e sul valore degli atleti che si
classificano nelle posizioni di rincalzo.
Ottimo il ristoro finale,dove i panini non
vengono distribuiti a “volontà” come a
Carobbio, ma dove la qualità del salame è
decisamente superiore. Ps. Sono costretto
-per la terza volta consecutiva- a
menzionare la compagna del Gian Moretti .
Suo il merito, del mio finale corso in
crescendo ed a ritmi elevati. E’ stata lei,
al termine del secondo passaggio ad
avvertirmi – urlando a squarciagola- che
quello che stavo per cominciare era l’ultimo
giro. Grazie infinte
CREMA |
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