ALCUNE
REGOLE
DA
OSSERVARE
Quando
ci
si
siede
a
tavola,
quindi
è
importante
avere
una
chiara
visione
delle
caratteristiche
dei
vari
elementi
nutritivi,
tuttavia
vi
sono
alcune
regole
da
prendere
in
considerazione.
*
Consumare
pochi
grassi,
preferendo
quelli
vegetali(
per
esempio,
olio
extra
vergine
d'
oliva)
nei
confronti
di
quelli
animali
(burro).
Per
questo
è
bene
limitare
i
condimenti,
che
comunque
vanno
usati
crudi
e
aggiunti
misurando
la
quantità
col
cucchiaio
(solitamente
basta
un
cucchiaio
di
olio
per
condire
l'insalata).
Si
deve
inoltre
moderare
il
consumo
di
insaccati
e di
carni
grasse;
anche
latte,
formaggi
e
latticini
si
devono
prendere
in
quantità
moderate.
*
Consumare
poco
saccarosio,
lo
zucchero
da
cucina,
e
pochi
cibi
e
bevande
che
ne
sono
ricchi.
Piccole
quantità
di
saccarosio
(il
cucchiaino
da
caffè)
non
causano
problemi,
mentre
l'assunzione
di
parecchi
grammi
di
zucchero
in
una
volta
sola
può
essere
fonte
di
disturbi,
tipo
la
debolezza
o la
"
crisi
di
fame
",
che
senza
dubbio
limita
le
capacità
prestative.
*
Consumare
poco
alcool;
il
bicchiere
di
vino
a
pasto,
per
chi
è
abituato
a
berlo,
va
bene;
non
si
deve
superare
però
questa
quantità,
che
rappresenta
un
limite
che
non
nuoce
all'organismo.
Gli
alcolici
si
devono
abolire
in
vista
di
uno
sforzo
fisico,
specialmente
se
si
prevede
di
sudare
molto,
dal
momento
che
l'alcool
può
influire
negativamente
sulla
regolazione
della
temperatura
corporea.
*
Consumare
molte
fibre,
che
sono
contenute
nella
frutta,
nella
verdura,
e
nei
cereali
integrali.
Questi
cibi
devono
essere
presenti
in
ogni
pasto,
in
quanto
una
buona
quantità
di
fibra
mantiene
la
massima
efficienza
dell'intestino.
LA
CORRETTA
DISTRIBUZIONE
DEI
CIBI
NEI
VARI
PASTI
Per
mantenere
la
migliore
condizione
fisica
attraverso
l'alimentazione
non
è
sufficiente
fare
attenzione
alla
qualità
dei
cibi,
ma è
indispensabile
anche
saper
distribuire
i
vari
elementi
nutritivi
nell'arco
della
giornata.
La
prima
colazione
deve
fornire
alimenti
sostanziosi
e
allo
stesso
tempo
molto
digeribili,
soprattutto
quando
si
hanno
diversi
impegni
al
mattino.
Appena
svegli
si
deve
assumere
una
spremuta
di
agrumi,
con
lo
scopo
di
preparare
lo
stomaco
ad
accogliere
gli
altri
cibi,
che
sono:
-
cereali
integrali
o
mousli
ammorbiditi
con
poco
latte
o
yogurt;
-
pane
(
più
digeribile
se
tostato
)
con
miele
o
marmellata;
- tè
o
caffè
(
evitare
il
caffelatte
che
comporta
tempi
di
digestione
più
lunghi
del
latte
o
del
caffè
presi
separatamente
);
-
come
dolcificante
utilizzare
il
fruttosio
anzichè
il
saccarosio.
Il
pranzo
a
base
di
carboidrati,
contenuto
nella
quantità,
favorisce
l'efficienza
nelle
ore
pomeridiane
fornendo
nel
contempo
le
energie
necessarie
per
affrontare
un
pomeriggio
di
lavoro
o
una
seduta
di
allenamento.
La
soluzione
ottimale
è
rappresentata
dal
cosiddetto
monopiatto,
cioè
una
porzione
di
di
pasta
o di
riso,
seguito
o
anticipato
da
un
piatto
di
verdura
mista.
Negli
altri
casi
il
monopiatto
può
essere
costituito
anche
da
una
porzione
di
carne
o di
pesce.
Come
dessert
si
può
assumere
una
fetta
di
dolce
senza
crema
(
crostata
o
marmellata,
torta
di
mele
).
La
cena
deve
completare
le
calorie
della
giornata,
perciò
si
può
iniziare
il
pasto
con
un
primo
piatto
di
pasta
o di
riso
asciutti
o in
brodo
(
meglio
se
vegetale
),
da
un
secondo
piatto
di
carne
o
pesce
con
contorno
di
verdure
miste
(
condite
con
poco
olio
d'oliva
),
da
un
dessert
(
crostata
o
gelato
alla
frutta
).
Per
gli
spuntini,
che
si
possono
collocare
a
metà
mattina
o a
metà
pomeriggio,
è
consigliabile
la
frutta,
che
tra
l'altro
non
va
assunta
al
termine
dei
pasti
( in
quanto
prolunga
i
tempi
di
digestione
e
provoca
fermentazioni
intestinali
).
In
questo
modo
le
vitamine
e i
sali
minerali
in
essa
contenuti
vengono
maggiormente
assimilati.
Anche
le
bevande
hanno
un
ruolo
molto
importante
per
mantenere
un
adeguato
equilibrio
idrico-salino:
si
deve
bere
secondo
i
bisogni
specialmente
nelle
giornate
calde
e
con
allenamenti
intensi.
E'
opportuno
ricordare,
però,
che
una
bevanda
è
veramente
dissetante
se
permane
poco
tempo
nello
stomaco
e
viene
riassorbita
nell'intestino
altrettanto
velocemente.
E
una
bevanda
molto
ricca
in
sali
e
soprattutto
in
carboidrati
ha
dei
tempi
di
svuotamento
gastrico
molto
elevati.
ESEMPIO
DI
SCHEMA
GIORNALIERO
PRIMA
COLAZIONE
Spremuta
di
agrumi,
Cereali
integrali
o
muesli
con
yogurt
o
latte
oppure
pane
miele
o
marmellata,Tè
o
caffè
con
fruttosio
SPUNTINO
ore
11
Frutta
PRANZO
Pasta
o
riso
(
con
sugo
a
piacere,
ma
con
pochissimi
condimenti
)
Verdura
mista
(con
poco
olio
extra
vergine
d'oliva),
Un
panino
Acqua
minerale
SPUNTINO
Frutta
o
yogurt
o tè
con
biscotti
o
porzione
di
crostata
CENA
Passato
di
verdura
o
minestrone,
Carne
o
pesce
(una
piccola
porzione)
Verdura
mista
condita
con
olio
extra
vergine
d'oliva
Pane
acqua
minerale
L'ALIMENTAZIONE
NEI
GIORNI
D'ALLENAMENTO
LA
PRIMA
COLAZIONE
Una
prima
colazione
digeribile,
ma
nello
stesso
tempo
piuttosto
sostanziosa
deve
"aprire"
la
giornata
di
lavoro.
Si
possono
comunque
differenziare
due
tipi
di
comportamento,
secondo
il
programma
tecnico.
NELLE
GIORNATE
CON
ALLENAMENTO
POMERIDIANO
appena
alzati
una
spremuta
di
agrumi
(
con
almeno
due
o
tre
arance
o,
meglio,
una
bustina
di
liofilizzato
con
vitamina
C );
poi
cereali
integrali
( 1
o 2
formelle
-
magari
la
novità
con
copertura
di
cioccolato
- e
2-4
cucchiai
di
mousli
)
ammorbiditi
con
una
quantità
moderata
di
latte
o in
una
porzione
di
yogurt;
pane
o
fette
biscottate
con
miele
o
marmellata
( un
paio
di
cucchiaini
) -
chi
lo
desidera,
specialmente
nella
stagione
invernale,
puo
mettere
sul
pane
un
velo
di
burro;
come
bevanda
calda,
infine,
va
bene
tè o
caffè
(
meglio
se
dolcificato
con
fruttosio);
Per
aumentare
la
quota
proteica,
si
può
assumere
un
uovo
bollito
per
tre
minutio
del
formaggio
o
del
prosciutto
magro.
CON
ALLENAMENTO
AL
MATTINO
partendo
dal
presuppostoche
la
colazione
deve
essere
a
base
di
carboidrati,
si
può
seguire
lo
schema
precedente
eliminando
però
i
cereali
integrali
ed
escludendo
o
limitando
al
massimo
latte,
yogurt
e
alimenti
ricchi
di
proteine
(prosciutto,
uova,
e
formaggi).
Come
principio
generale
è
sempre
meglio
evitare
il
caffelatte,
che
ha
tempi
di
digestione
più
lunghi
nei
confronti
del
normale
latte.
IL
PRANZO
Anche
il
pranzo
ha
una
notevole
importanza,
specialmente
se
si
assumono
cibi
al
rientro
da
un
allenamento
oppure
se
avviene
quando
è
previsto
un
allenamento
pomeridiano.
Gli
allenamenti
devono
senz'altro
essere
un
supporto
per
l'organismo
e
non
un
zavorra.
Per
intendersi
meglio
la
digestione
non
deve
interferire
con
la
prestazione,
anche
se
le
sostanze
nutritive,
in
particolar
modo
quelle
energetiche,
devono
fornire
il
carburante
per
i
muscoli
impegnati
nello
sforzo
fisico.
Anche
per
il
pranzo
vediamo
come
ci
si
deve
comportare.
DOPO
L'ALLENAMENTO
DEL
MATTINO
è
buona
regola
non
mangiare
subito
dopo
lo
sforzo
fisico,
mentre
sono
più
importanti
le
bevande
reintegratrici.
E'
bene
lasciar
passare
alcune
decine
di
minuti
prima
di
ingerire
cibi
solidi,
che
devono
essere
prevalentemente
carboidrati,
quindi:
-
una
porzione
anche
abbondante
di
pasta
o di
riso
(limitando
i
condimenti,
meglio
l'olio
extra
vergine
d'oliva
anziché
il
burro;
ottimo
il
sugo
di
pomodoro,
da
solo
o
con
verdure
oppure
un
sugo
con
legumi).
Come
secondo
piatto,
si
può
prendere
una
porzione
piccola
di
carni
bianche
(pollo,
tacchino,
coniglio)
o di
pesce
magro
ai
ferri
oppure
arrosto;
di
contorno
va
bene
una
porzione
di
verdure
miste
crude
o
cotte,
condite
con
poco
olio
extra
vergine
d'oliva,
il
tutto
accompagnato
da
un
panino,
da
acqua
minerale
(non
più
di
due
bicchieri
-
può
andar
bene
anche
un
bicchiere
di
vino
o di
birra)
e un
caffè
(per
chi
è
abituato
a
prenderlo).
CON
ALLENAMENTO
NEL
POMERIGGIO
è
opportuno
basare
il
pranzo
sui
carboidrati,
quindi
pasta
o
riso
(
sempre
con
sughi
poveri
di
condimenti
),
poi
verdure
miste
(meglio
cotte)
con
poco
olio,
il
solito
panino
e
una
porzione
di
dolce
senza
crema
(
per
esempio,
torta
di
mele
).
Se
vi è
poco
tempo
a
disposizione
tra
il
pranzo
e
l'allenamento
(solo
due
ore),
si
possono
evitare
le
verdure,
scegliendo
la
pasta
o il
riso
e la
porzione
di
dolce.
La
bevanda
ideale
rimane
l'acqua
minerale,
mentre
sono
da
evitare
gli
alcoolici;
anche
un
caffè
è
ammesso
al
termine
del
pasto.
LA
CENA
Per
concludere
la
giornata,
la
cena
completa
il
rifornimento
di
sostanze
nutritive,
seguendo
uno
schema
abbastanza
tradizionale,
cioè
all'italiana,
essa
comprende
un
primo
piatto
asciutto
o in
brodo,
un
secondo
co
contorno,
pane
e un
dessert.
Il
secondo
piatto
deve
essere
più
abbondante
del
primo
(magari
solo
un
passato
di
verdura
o un
minestrone
con
poca
pasta),
se
si
mangia
pasta
o
riso
a
mezzogiorno.
Il
secondo
piatto,
per
dare
una
certa
varietà
,
potrebbe
essere
a
base
di
carne
(
vitello,
manzo,
pollo,
tacchino,
coniglio;
3-4
volte
la
settimana),
di
pesce
(nasello,
trota,
palombo,
sogliola,
calamari;
2-3
voltela
settimana),
di
formaggi
(meglio
quelli
freschi
:
1-2
volte
la
settimana)
e
infine
di
uova
( 1
volta
la
settimana
);
il
tutto
con
verdure
miste
(crude
se a
pranzo
le
si è
mangiate
cotte)
come
contorno,
condite
con
poco
olio
extra
vergine
d'oliva.
Sono
da
evitare
i
fritti
e le
salse
particolarmente
piccanti.
Il
panino,
il
dessert
(macedonia
di
frutta,
ananas
o
una
fetta
di
torta
senza
crema),
l'acqua
minerale
e al
massimo
un
bicchiere
di
vino
o di
birra
possono
concludere
il
pasto
serale.
La
sera
precedente
una
giornata
con
un
allenamento
particolarmente
lungo
e
intenso
è
consigliabile
evitare
il
vino
e le
bevande
alcooliche
in
genere;
poi,
oltre
alle
normali
verdure,
si
possono
prendere
patate
lesse
(per
aumentare
l'apporto
di
carboidrati)
e
sempre
per
favorire
"benzina"
per
i
muscoli,
è
consigliabile
una
fetta
di
torta
senza
crema
o
una
porzione
di
crostata
invece
della
frutta.
GLI
SPUNTINI
Nell'ambito
di
una
dieta
giornaliera,
oltre
ai
tre
pasti
principali,
hanno
un
ruolo
importante
anche
gli
spuntini,
che
si
possono
collocare
a
metà
mattina
e a
metà
pomeriggio.
In
questi
momenti
della
giornata
è
indicata
la
frutta,
in
quanto
se
viene
assunta
lontano
dai
pasti
risulta
più
digeribile
e i
suoi
principi
alimentari
(sali
minerali
e
vitamine)
sono
facilmente
assimilabili.
In
sostituzione
della
frutta,
secondo
specifiche
esigenze,
si
possono
assumere
yogurt,
pane
con
miele
o
marmellata,
tè
con
biscotti
secchi
oppure
barrette
energetiche,
meglio
se
ricche
di
carboidrati
ma
con
pochissimi
grassi
(è
bene
evitare
le
brioches
o i
dolci
molto
lievitati).
In
casi
particolari,
come
AL
TERMINE
DI
UN
LUNGO
ALLENAMENTO
(che
si
protrae
fino
al
tardo
pomeriggio),
si
consiglia
uno
spuntino
molto
digeribile
con
carboidrati.
E'
indicato
del
tè,
dolcificato
con
fruttosio,
una
bevanda
reintegratrice
(quelle
gia
pronte
o da
preparare
con
le
bustine)
per
ripristinare
ciò
che
si è
perso
con
la
sudorazione
e
biscotti
secchi
oppure
dolci
senza
creme
o
pane
con
miele
o
marmellata.
Nei
periodi
di
preparazione
più
intensa,
si
potrebbe
far
uso
di
integratori
proteici,
meglio
quelli
con
amminoacidi
ramificati,
da
prendersi
subito
dopo
il
lavoro
fisico
in
misura
individualizzata
secondo
la
struttura
corporea
dell'
atleta
e l'
intensità
dello
sforzo
compiuto.
Anche
DOPO
CENA
PRIMA
DI
CORICARSI,
molte
persone
prendono
volentieri
un
bicchiere
di
latte
tiepido
o
una
porzione
di
yogurt.
E'
un'
abitudine
valida;
in
certi
casi
quando
si
ha
allenamento
il
mattino
dopo,
si
potrebbe
aggiungere
anche
un
paio
di
cucchiai
di
cereali
integrali
o di
muesli.
D'
altra
parte,
questo
è un
altro
momento
per
assumere
integratori
con
amminoacidi
a
catena
ramificata
in
sostituzione
dello
spuntino
a
base
di
latte
o
yogurt.
LE
BEVANDE
Le
bevande
da
prendersi
nelle
giornate
con
un
impegno
muscolare,
infine,
devono
provvedere
al
reintegro
dell'
acqua,
poi
a
quello
dei
sali
persi
con
la
sudorazione
e
solo
in
terza
battuta
a
quello
dell'energia.
Da
questa
premessa,
secondo
le
moderne
acquisizioni
scientifiche,
la
bevanda
deve
contenere
pochi
zuccheri
(
meno
di
40-50
grammi
per
litro)
e
pochi
sali
(
sodio
e
cloro
meno
di
20
mOsm/L;
potassio
e
magnesio
circa
3-5
mOsm/L
).
Tra
le
bevande
da
prendere
sotto
sforzo,
si
devono
preferire
quelle
contenenti
fruttosio
e
maltodestrine,
che
sono
senza
dubbio
più
adatte
di
quelle
contenenti
saccarosio
e
glucosio
o
altri
zuccheri
semplici;
meglio
ancora
se
queste
bevande
sono
isotoniche
o
ipotoniche.
E'
necessario
fare
attenzione
anche
alla
diluizione
delle
bibite
preparate
con
le
buste:
meglio
mettere
molta
acqua
per
avere
una
soluzione
dissetante,
piuttosto
che
ottenere
una
bevanda
troppo
concentrata
col
pericolo
di
andare
incontro
a
disturbi
gastro-intestinali.
Durante
l'
allenamento
è
importante
bere
frequentemente
(
ogni
10-20
minuti
) e
a
piccoli
sorsi,
cercando
di
prevenire
la
sete.
ESEMPIO
DI
SCHEMA
SETTIMANALE
PER
IL
PERIODO
DI
ALLENAMENTO
PRIMA
COLAZIONE
-
spremuta
di
agrumi
( o
una
bustina
di
liofilizzato
con
vitamina
C )
-
cereali
integrali
( in
formelle
o
mueslei
)
con
latte
o
yogurt
pane
con
miele
o
marmellata
- tè
o
caffè
(
dolcificato
con
fruttosio)
-
eventualmente
una
piccola
porzione
di
proteine
( un
uovo
bollito
per
circa
tre
minuti,
due
fette
di
prosciutto
o un
pezzetto
di
formaggio
fresco
)
SPUNTINO
-
frutta
PRANZO
-
pasta
o
riso
(
con
sugo
di
pomodoro
fresco,
oppure
con
olio
o
burro
con
parmigiano
oppure
con
altri
sughi
poveri
di
grassi)
-
verdura
cruda
mista
(
insalata,
pomodoro,
carote
)
-
poco
olio
d'
oliva
(
aceto
o
limone
a
piacere
)
- un
panino
-
acqua
minerale
(
1-2
bicchieri
)
SPUNTINO
Tè
con
3-4
biscotti
secchi
oppure
barrette
energetiche
con
pochi
grassi
CENA
-
Pasta
o
riso
( o
passato
di
verdura
o
minestrone)
-
Carne
o
pesce
o
uova
(
non
fritti
) o
formaggio
-
Verdure
miste
(
cotte
o
crude
)
condite
con
poco
olio
extra
vergine
d'
oliva
-
Pane
-
Acqua
minerale
(
eventualmente
un
bicchiere
di
vino
o di
birra
)
-
Dessert
(
macedonia,
ananas,
torta
senza
crema
)
DURANTE
LA
GIORNATA
-
bevande
secondo
i
bisogni
(
1-2
litri
secondo
la
sudorazione
)
-
prima
e
durante
l'
allenamento
(
bevande
reintegratrici
con
sali
minerali
e
maltodestrine
)
-
dopo
l'
allenamento,
ancora
bevande
reintegratici
e
integrazione
con
aminoacidi
ramificati.
L'
ALIMENTAZIONE
PRE-GARA
Tutti
gli
atleti
sanno
che
una
corretta
alimentazione
permette
di
essere
sempre
in
forma
e di
superare
gli
allenamenti
più
impegnativi,
ma é
fondamentale
seguire
una
dieta
appropriata
in
vista
delle
gare,
in
particolar
modo
negli
ultimi
due-tre
giorni.
Si
devono
seguire,
inoltre,
alcune
indicazioni
per
non
appesantire
stomaco
e
intestino.
La
prima
regola
per
avere
una
digestione
più
facile
é
quella
di
ridurre
il
contenuto
di
grassi
nelle
diverse
portate.
Essi
da
un
lato
richiedono
tempi
lunghi
per
essere
digeriti
e
dall'
altro
allungano
le
fasi
digestive
dei
cibi
con
i
quali
vengono
presi.
Creano
problemi
anche
quando
arrivano
nel
sangue,
dopo
l'
assimilazione:
l'
aumento
del
tasso
dei
grassi
nel
sangue
( l'
iperlipidemia
)
infatti,
riduce
l'
efficienza
del
cervello.
Vanno
evitati
soprattutto
i
grassi
fritti
e
quelli
cotti
a
lungo;
si
deve
fare
attenzione
agli
insaccati
(
con
la
sola
eccezione
della
bresaola
e
del
prosciutto
crudo
magro
),
alle
carni
grasse
e
agli
intingoli.
Anche
i
condimenti
(
specialmente
il
burro
e
quelli
animali
), i
formaggi,
il
latte
il
latte
vanno
ridotti.
Per
condire
va
bene
l'
olio
extra
vergine
d'
oliva,
sempre
usato
con
moderazione.
Per
le
proteine
si
può
fare
un
discorso
analogo
per
i
tempi
lunghi
di
digestione,
ma
sono
comunque
indispensabili,
in
particolar
modo
per
le
discipline
di
velocità
e di
forza.
Per
non
avere
grossi
problemi
digestivi,
si
devono
ridurre
le
carni
grasse
(meglio
quelle
bianche),
le
uova,
il
latte,
i
formaggi.
Si
consiglia
dunque
l'assunzione
di
porzioni
limitate
di
carne
magra,
cotta
senza
grassi,
oppure
di
prosciutto
crudo
privato
della
parte
bianca
(ricchissima
di
grassi)
o
di
bresaola.
E'
necessario
far
attenzione
agli
abbinamenti
tra
cibi
che
richiedono
processi
digestivi
differenti;
si
potrebbero
avere
problemi.
Non
è il
caso
quindi
di
mangiare
frutta
a
fine
pasto
se
si
desidera
avere
una
digestione
rapida.
Anche
l'abbinamento
di
un
piatto
ricco
di
amidi
(pasto
o
riso)
con
un
cibo
proteico
(bistecca
o
altri
tipi
di
carne,
uova,
formaggi)
richiede
tempi
di
digestione
più
lunghi
di
quelli
necessari
per
digerire
soltanto
l'uno
o
l'altro
piatto;
lo
stesso
discorso
si
può
fare
per
l'accostamento
di
due
cibi
proteici;
carne
e
formaggio,
uova
e
formaggio,
latte
e
carne,
latte
e
uova.
Per
agevolare
i
processi
digestivi,
in
particolar
modo
se
dopo
il
pasto
si
ha
un
allenamento,
è
opportuno
scegliere
un
primo
o un
secondo
piatto,
anche
abbondante
come
base
del
pasto
stesso.
Per
non
avere
problemi,
si
consiglia
di
eliminare
gli
alcolici,
anche
se
qualcuno
dice
che
essi
aiutano
a
digerire,
in
particolar
modo
nel
caso
in
cui
si
prevede
di
gareggiare
con
temperatura
e
umidità
elevate.
L'alcool
etilico,
infatti,
causa
un
cattivo
funzionamento
dei
centri
del
cervello
che
regolano
la
temperatura
corporea
e
questo
è
uno
svantaggio
quando
esistono
le
condizioni
ambientali
peggiori
ai
fini
dell'allontanamento
del
calore
dal
corpo.
Nelle
fasi
che
precedono
la
gara
è
necessario
garantire
all'organismo
dell'atleta
un
sufficiente
apporto
di
vitamine
(in
particolare
la
C,
la A
e la
E),
di
minerali
e di
oligoelementi;
si
consiglia,
oltre
a
mangiare
verdura
cruda
e
frutta,
l'uso
di
integratori
multi-vitaminici
e
multi-minerali
formulati
su
base
alimentare
(un
paio
di
tavolette
al
giorno
sono
sufficiente)
e 1
o 2
grammi
di
vitamina
C,
per
completare
i
fabbisogni
raccomandati,
che
sicuramente
non
vengono
raggiunti
con
la
normale
alimentazione.
Questa
integrazione
è
senza
dubbio
più
salutare
rispetto
a
quella
su
base
farmacologica
(uso
esagerato
di
vitamine
e
minerali
in
capsule
o in
compresse
secondo
una
moda
americana.
Altro
tema
molto
dibattuto
è
quello
delle
integrazioni
energetiche,
specialmente
nei
due-tre
giorni
che
precedono
la
prova.
Alcune
ricerche
scientifiche
confermano
che
l'assunzione
di
carboidrati
immediatamente
prima
e
durante
l'esercizio
fisico
può
determinare
un
miglioramento
delle
prestazioni
e un
risparmio
delle
riserve
energetiche
dell'organismo
(glicogeno
dei
muscoli
e
del
fegato).
Per
questo
motivo
si
possono
prendere
nei
momenti
di
massimo
impegno
(soprattutto
nelle
gare
lunghe)
soluzioni
con
fruttosio
e
maltodestrine,
cioè
carboidrati
a
rapida
assimilazione
che
risultano
un
valido
supporto
per
l'atleta.
Nei
momenti
di
recupero
o di
pausa,
si
consiglia
anche
l'assunzione
di
barrette
energetiche
con
pochi
grassi.
Non
ci
si
deve
dimenticare
anche
di
un
ricostituente
per
i
muscoli,
in
particolar
modo
si
fa
riferimento
all'integrazione
con
aminoacidi
ramificati,
che
possono
facilitare
la
ricostruzione
dei
tessuti
muscolari
danneggiati
dall'allenamento
e
favoriscono
quindi
la
sintesi
proteica.
Le
ricerche
internazionali
in
merito
hanno
dimostrato
che
questi
elementi
nutritivi
possono
agevolare
anche
il
recupero
della
fatica.
Sono
sufficienti
10 -
15
grammi
giornalieri
di
ramificati,
presi
in
parte
dopo
gli
allenamenti
più
intensi
e in
parte
prima
di
coricarsi,
per
garantire
un
ottimale
stato
di
forma
fisica
e
muscolare.
Questo
tipo
di
integrazione,
oltre
che
durante
fasi
di
allenamento
particolarmente
intense,
è
utile
nelle
tre-quattro
settimane
che
precedono
la
gara
importante.
IL
GIORNO
DI
GARA
Il
giorno
in
cui
è
prevista
una
gara
è
sempre
piuttosto
delicato
anche
per
i
"veterani",
specialmente
se
si
tratta
di
un
appuntamento
importante.
Possono
intervenire
problemi
psicologici
a
cambiare
le
carte
in
tavola,
oppure
basta
una
"virgola"
che
vada
per
il
verso
sbagliato
per
far
vedere
tutto
il
mondo
ingigantito.
In
questi
momenti
non
si
può
sbagliare
nulla,
anche
l'alimentazione
ha
un
suo
ruolo
indispensabile
e
deve
risultare
un
valido
supporto
per
l'organismo
dell'atleta.
E'
importantissimo
l'ultimo
pieno
prima
del
via:
il
pasto
pre-gara,
dunque,
andrebbe
consumato
almeno
due-tre
ore
prima
della
partenza
e
dovrebbe
essere
a
base
di
carboidrati.
Se
la
competizione
si
svolge
durante
la
mattinata,
quindi
la
prima
colazione
(a
base
di
carboidrati)
può
seguire
il
seguente
schema:
-
pane
con
miele
o
marmellata
-
2-3
biscotti
secchi
o
una
porzione
di
torta
senza
crema
- tè
o
caffè
(dolcificato
con
fruttosio)
*
eventualmente
per
chi
è
abituato,
si
può
sostituire
il
pane
con
miele
con
un
piatto
di
pasta
condita
con
poco
olio
e
una
spolverata
di
parmigiano
grat-
tugiato.
Se
invece
la
gara
è in
programma
nel
pomeriggio,
la
prima
colazione
è
simile
alla
precedente
indicazione,
mentre
per
lo
spuntino
di
metà
mattina
la
frutta
va
sostituita
con
una
porzione
di
dolce
senza
creme
e
pochi
grassi
o
con
un
tè e
dei
biscotti
secchi
oppure
con
una
barretta
energetica
con
pochi
grassi.
Anche
il
pranzo
subisce
alcune
variazioni:
va
bene
la
pasta
o il
riso,
ma
vanno
sostituite
le
verdure
e
l'olio
con
una
porzione
di
crostata
o di
dolce
senza
crema.
In
seguito,
nell'ora
che
precede
la
partenza,
si
consiglia
un
piccolo
rifornimento
di
liquidi
e di
energia;
se
la
gara
è
lunga,
si
possono
assumere
carboidrati
anche
solidi
in
piccola
quantità
(pane
con
miele
o
marmellata,
torta
senza
crema
o
barretta
energetica
con
pochi
grassi);
se
la
gara
è di
breve
durata,
molto
meglio
quelli
liquidi,
tipo
fruttosio
e
maltodestrine.
Nei
10-15
minuti
prima
della
partenza
sono
indicate
bevande
integratrici
con
una
percentuale
ridotta
di
zuccheri
(non
più
del
5%)
e
con
una
piccola
presenza
di
sali,
magari
sotto
forma
di
aspartati
(che
hanno
un'efficace
azione
anticrampi):
Queste
bevande
devono
essere
ipotoniche,
in
quanto
sono
formulate
per
una
rapida
ed
efficace
reidratazione,
contrariamente
a
quanto
avviene
per
altre
bevande
troppo
concentrate
in
zuccheri
e in
sali
(bevande
ipertoniche).
Sarebbe
opportuno,
invece,
moderare
l'uso
di
bevande
dolci
e
gassate,
mentre
coloro
che
sono
abituati
a
berlo,
possono
prendere
un
caffè
(magari
20-30
minuti
prima
della
partenza).
DURANTE
LE
GARE
DI
LUNGA
DURATA
(tipo
corse
lunghe,
salti,
lanci,
prove
multiple)
Per
prima
cosa
è
indispensabile
fornire
all'organismo
i
liquidi
per
reintegrare
ciò
che
si
perde
con
la
sudorazione.
Vanno
bene
le
bevande
già
pronte
o
quelle
che
si
preparano
con
le
bustine
e
che,
per
essere
effettivamente
dissetanti,
rispettano
le
indicazioni
viste
in
precedenza,
cioè
non
devono
avere
concentrazioni
di
zuccheri
superiori
al
5% e
un'osmolarità
(il
metro
per
misurare
la
concentrazione
di
una
soluzione)
che
sia
inferiore
alle
300
mille
Osmoli
per
litro
(è
sufficiente
leggere
l'etichetta).
In
questo
tipo
di
competizione,
si
può
anche
prevedere
qualche
alimento
solido
da
prendersi
nelle
pause
di
attesa:
vanno
bene
i
cibi
ricchi
di
carboidrati
(pane,
fette
biscottate,
biscotti
secchi,
miele,
marmellata).
L'eventuale
assunzione
di
frutta
o di
succhi
di
frutta
dovrebbe
essere
limitata
a
quantità
minime
o
meglio
evitata,
in
quanto
potrebbe
provocare
fermentazione
intestinale.
Si
possono
prendere
anche
barrette
con
maltodestrine
e
fruttosio
(gli
zuccheri
più
adatti
per
chi
fa
sport),
arricchite
con
proteine
e
con
aminoacidi
a
catena
ramificata
(ottimo
ricostituente
per
i
muscoli)
e
povere
di
grassi
per
una
facile
digestione
e
per
una
rapida
assimilazione.
Secondo
le
più
recenti
ricerche
internazionali,
l'assunzione
di
carboidrati
immediatamente
prima
e
durante
l'esercizio
fisico
permette
di
migliorare
la
prestazione
e di
risparmiare
le
riserve
di
glicogeno
(accumulato
nei
muscoli
e
nel
fegato).
Il
supporto
di
energie
di
rapida
assimilazione
si
può
attuare
anche
attraverso
bevande
con
fruttosio
e
maltodestrine, da
assumere
a
intervalli
regolari.
In
questo
modo
si
dovrebbero
evitare
le
cosiddette
"crisi
di
fame"
o le
"cotte",
che
riducono
notevolmente
le
capacità
prestative.
AL
TERMINE
DELLA
GARA
Per
accelerare
il
recupero,
nelle
fasi
successive
alla
gara,
è
opportuno
dissetarsi
con
soluzioni
idrico-saline
anche
un
pò
più
ricche
di
carboidrati
(che
superano
la
percentuale
del
5%)
in
modo
da
ripristinare
velocemente
gli
elementi
persi
con
la
sudorazione.
Si
possono
prendere
anche
soluzioni
altamente
energetiche
nei
minuti
successivi
al
termine
di
una
gara
lunga;
una
quantità
di
40-50
grammi
di
zuccheri
semplici
(fruttosio
e
maltodestrine,
ma
anche
saccarosio
o
glucosio)
incrementano
notevolmente
(fino
a
2-3
volte)
la
velocità
di
ricostruzione
delle
riserve
energetiche
muscolari.
In
un
secondo
tempo,
all'incirca
un
paio
d'ore
dopo
il
termine
dello
sforzo
fisico,
si
può
passare
a
un'alimentazione
solida,
ma
sempre
ricca
di
carboidrati.
Sono
consigliati
dunque
pasta,
riso
(magari
preparati
in
brodo
vegetale),
pane,
verdure,
frutta,
dolci.
Per
agire
anche
in
maniera
più
mirata
sul
recupero
muscolare,
si
può
far
ricorso
agli
integratori
a
base
di
aminoacidi
a
catena
ramificata
che
hanno
la
caratteristica
di
agevolare
la
ricostruzione
delle
proteine
muscolari,
consumate
o
danneggiate
durante
l'esercizio
fisico
intenso.
Do
norma,
si
consiglia
di
assumere
una
parte
appena
concluso
l'esercizio
fisico
e
un'altra
frazione
dopo
cena
prima
di
coricarsi.
SCHEMA
RIASSUNTIVO
PRIMA
E
DURANTE
LA
GARA
Nell'ora
precedente:
piccolo
rifornimento
di
liquidi
(integratori
idrico-salini)
e di
energia
(fruttosio
e
maltodestrine
anche
in
barretta).
Durante
la
gara:
-
bevande
reintegratrici
ipotoniche
(con
minerali,
aspartati,
vitamine,
fruttosio,
maltodestrine);
-
alimenti
solidi
ricchi
di
carboidrati
(nelle
gare
lunghe
e
per
gli
atleti
abituati
a
prenderli,
ma
in
piccole
quantità),
eventualmente
con
pochissime
proteine
e
con
pochissimi
grassi;
DOPO
LA
GARA
-
bevande
reintegratrici
(isotoniche
o
anche
ipertoniche)
-
soluzioni
altamente
energetiche,
quindi
ricche
di
carboidrati
(fruttosio
e
maltodestrine,
in
misura
di
circa
1
grammo
per
chilogrammo
di
peso
corporeo)
-
integratori
con
aminoacidi
a
catena
ramificata
per
il
recupero
muscolare
(circa
6-7
grammi,
da
sommare
alla
stessa
quantità
da
prendere
dopo
cena,
prima
di
coricarsi).
DOPO
DUE
ORE
si
può
ripetere
l'assunzione
di
bevande
ricche
di
zuccheri
oppure
ci
si
può
mettere
a
tavola,
mangiando
in
modo
non
eccessivo
e
preferendo
cibi
ricchi
di
carboidrati:
-
pasta
o
riso
(asciutti
o in
brodo)
-
una
piccola
porzione
di
proteine
(carni
bianche
o
prosciutto
magro)
evitando
sughi
o
condimenti
eccessivi
-
verdura
mista
(tipo
patate,
carote,
fagiolini
lessi)
-
poco
olio
d'oliva
-
una
porzione
di
dolce
senza
crema
-
acqua
minerale
L'ANEMIA
DELL'ATLETA
Molti
atleti,
in
particolar
modo
quelli
che
praticano
discipline
di
fondo,
che
si
allenano
molto
intensamente,
spesso
lamentano
cali
di
prestazione.
Una
delle
cause
della
diminuita
efficienza
è
imputabile
a
una
carenza
di
ferro,
che
può
portare
anche
alla
cosiddetta
"anemia
dell'atleta".
Con
questa
definizione
si
intende
una
diminuzione
del
numero
dei
globuli
rossi
e
dell'emoglobina
e si
indica
in
15
grammi
di
emoglobina
per
100
cc
di
sangue
(14,5
per
le
donne)
il
valore
di
riferimento
per
gli
atleti
che
praticano
discipline
nelle
quali
è
importante
la
capacità
del
sangue
di
trasportare
ossigeno.
Questi
indici
però
sono
molto
soggettivi
e
quindi
è
necessario
fare
una
valutazione
anche
di
altri
esami
ematici
eseguiti
dall'atleta
nel
passato.
La
carenza
di
ferro
(che
fa
parte
della
molecola
dell'emoglobina
col
compito
di
legare
l'ossigeno)
porta
a
conseguenze
che
si
ripercuotono
non
solo
a
livello
di
sangue
e
sulla
possibilità
dei
muscoli
di
utilizzare
l'ossigeno
stesso,
per
cui
la
prestazione
scade
notevolmente.
Per
un
ottimale
funzionamento
dell'organismo
dell'atleta,
è
necessario
che
le
"entrate"
del
ferro
pareggino
le
"uscite".
Come
fare?
Nel
nostro
corpo,
per
far
fronte
alle
necessità
di
tale
elemento,
si
sono
sviluppati
complessi
sistemi
di
proteine
deputate
all'assorbimento,
al
trasporto,
all'utilizzo
e al
deposito
del
ferro
assorbito
con
la
dieta.
A
questo
proposito
si
può
dire
che
esiste
un
difficile
equilibrio
tra
il
ferro
perso
quotidianamente
(attraverso
il
sudore,
le
urine
e le
feci)
e
quello
che
l'organismo
recupera
con
gli
alimenti.
Abitualmente,
infatti,
l'uomo
assume
con
i
cibi
alcuni
milligrammi
di
ferro
al
giorno,
ma
soltanto
una
piccola
parte,
spesso
inferiore
al
10%,
viene
assimilata.
E'
importante
chiarire
anche
che
negli
alimenti
il
ferro
può
essere
presente
nella
forma
eme
(cioè
emoglobina
o
mioglobina)
o
non
eme.
Il
ferro-eme
è
quello
presente
nelle
carni,
nelle
frattaglie
e
nei
pesci
e
viene
assorbito
più
facilmente
a
livello
intestinale.
D'altra
parte
il
ferro
non-eme
è
quello
dei
vegetali
e
risulta
meno
assorbibile
in
quanto
tende
a
legarsi
a
sostanze
che
ne
diminuiscono
ulteriormente
l'assorbibilità.
Da
alcune
valutazioni
dei
diari
alimentari
di
atleti
di
discipline
di
fondo
appare
evidente
che
molti
consumano
alimenti
con
scarso
contenuto
in
ferro,
in
particolare
poco
ferro-eme
(poche
carni),
dal
momento
che
la
loro
dieta
privilegia
latte
e
formaggi
(poverissimi
di
ferro)
e
cibi
ricchi
di
carboidrati.
In
questo
caso
è
importantissimo
mangiare
cibi
ricchi
di
ferro
eme,
quali
i
prodotti
della
pesca
e le
carni
bianche,
che
apportano
anche
quantità
di
grassi
inferiori
alle
carni
rosse.
Se
dunque
si
rileva
dagli
esami
del
sangue
una
carenza
di
ferro,
è
necessario
ricorrere
a
una
alimentazione
appropriata,
cioè
con
buone
quantità
di
carne
o di
fegato.
Si
deve
tener
conto
che
alcune
sostanze
presenti
nei
cibi,
in
particolare
quelle
di
origine
vegetale
come
gli
ossalati,
i
fitati,
i
carbonati,
i
fosfati
e i
tannini
del
vino,
del
caffè
e
del
tè,
nonché
le
proteine
del
latte
e
delle
uova,
favoriscono
la
formazione
dei
complessi
del
ferro
che
sono
insolubili
e
quindi
non
assorbibili.
L'acidità
gastrica
e
alcune
sostanze
antiossidanti,
in
particolare
la
vitamina
C,
tendono
a
ostacolare
la
formazione
di
questi
complessi
insolubili
e,
al
tempo
stesso,
a
facilitare
il
passaggio
del
ferro
dallo
stato
di
ione
ferrico
(cioè
con
tre
cariche
positive,
come
si
trova
di
solito
negli
alimenti)
a
quello
di
ione
ferroso
(con
due
cariche
positive),
che
risulta
più
assorbibile.
Come
confermato
da
alcune
ricerche,
è
consigliabile
assumere
ogni
mattina
a
digiuno
una
spremuta
di
agrumi
per
fornire
all'organiscmo
una
buona
quantità
di
vitamina
C;
siccome
è
necessario
assumerne
almeno
un
grammo,
è
molto
meglio
prendere
dei
preparati
che
garantiscano
la
razione
raccomandata
di
tale
vitamina.
In
questo
modo
si
ha
la
possibilità
di
evitare
stati
di
carenza
di
ferro,
specialmente
se
si
mangiano
anche
carni
e
fegato,
che
comunque
non
vanno
accompagnati
nè
da
pane
né
da
amidi,
nè
da
altri
cibi,
per
lo
più
vegetali
e
cereali,
che
ostacolerebbero
l'assorbimento
del
ferro.
E'
permesso
soltanto
spremere
molto
limone
sulle
carni.
In
questo
modo
possono
essere
assorbiti
anche
alcuni
milligrammi
di
ferro
in
una
volta
sola.
Questo
piccolo
pasto
deve
essere
fatto
a
stomaco
vuoto
(almeno
due
ore
dopo
un
pasto
precedente),
facendo
attenzione
a
non
mangiare
nulla
nelle
due
ore
successive.
La
sua
collocazione
nella
giornata
di
solito
non
crea
problemi
per
gli
atleti,
i
quali
possono
impostare
la
distribuzione
dei
cibi
frazionando
i
pasti
e
prendendo
la
carne
anche
a
metà
mattina
o a
metà
pomeriggio,
quasi
al
posto
di
uno
spuntino,
in
rapporto
agli
impegni
di
allenamento,
di
lavoro
o di
studio.
Questa
strategia,
che
viene
detta
dieta
di
Tredici,
Jacoponi,
Arcelli,
si
dovrebbe
attuare
un
paio
di
volte
la
settimana
durante
il
periodo
invernale
(quando
si
suda
di
meno)
e
tre
o
più
volte
d'estate,
specialmente
per
chi
ha
la
tendenza
all'anemia.
E'
indicata
anche
per
quattro
o
cinque
volte
la
settimana,
da
ripetersi
anche
per
venti-trenta
giorni,
per
chi
è
già
anemico.
In
questi
casi,
soprattutto
quando
i
livelli
di
emoglobina
e di
sideremia
sono
bassi,
si
può
ricorrere
a
un'integrazione
alimentare
a
base
di
tavolette
o
soluzioni
contenenti
ferro,
meglio
se
già
legato
a
proteine;
è
opportuno
anche
ridurre
il
carico
di
allenamento
e di
evitare
di
sudare
in
abbondanza.
Per
gli
allenamenti
si
dovranno
preferire
le
ore
più
fresche
della
giornata
e
adottare
un
abbigliamento
leggero;
anche
il
programma
della
preparazione
deve
subire
qualche
variazione:
è
bene
ridurre
la
durata
dell'impegno
fisico,
con
una
prevalenza
della
qualità
sulla
quantità
del
lavoro.
GLI
INDICATORI
DEL
FERRO
ORGANICO
Alcuni
parametri
ematici
che
si
determinano
in
laboratorio
ci
danno
utili
informazioni
sullo
stato
del
ferro;
eccoli:
SIDEREMIA
-
ferro
circolante
nel
plasma
legato
alla
transferrina;
tende
a
diminuire
nella
carenza
di
ferro:
TRANSFERRINA
-
proteina
che
trasporta
il
ferro
e
che
circola
libera,
cioè
priva
di
ferro,
nel
plasma;
tende
ad
aumentare
negli
stati
di
carenza
di
ferro.
SATURAZIONE
DELLA
TRANSFERRINA
-
indica
la
quantità
percentuale
di
transferrina
circolante
che
è
legata
al
ferro.
FERRITINA
-
indicatore
dell'entità
dei
depositi
di
ferro
nei
tessuti.
LA
DIETA
DI
TREDICI-JACOPONI-ARCELLI
Del
tutto
naturale
e di
facile
applicazione,
prevede
l'assunzione
di
ferro-eme,
sotto
forma
di
carni
di
qualunque
tipo,
da
prendere
lontano
dagli
altri
cibi,
ma
assieme
a
vitamina
C,
che
favorisce
l'assorbimento
del
ferro.
Ecco,
in
pochi
punti,
come
comportarsi:
1 -
mangiare
a
stomaco
vuoto
un
piatto
di
carne
magra,
più
o
meno
cotta
secondo
i
gusti
personali;
80-100
grammi
di
fegato
o di
carne
di
cavallo
oppure
140-180
grammi
di
carne
bovina
o di
pollo
o di
coniglio
o di
pesce
(sulle
carni
si
può
spremere
molto
limone).
2 -
prendere
insieme
alla
carne
della
vitamina
C
(in
compressa
o
meglio
in
bustina
da
sciogliere
in
acqua).
3 -
con
la
carne
e la
vitamina
non
mangiare
nient'altro,
tanto
meno
pane,
grissini,
cracker,
pasta,
riso,
vino,
tè,
caffè,
latte,
uova,
in
quanto
in
questi
alimenti
sono
contenute
sostanze
che
rendono
meno
assorbibile
il
ferro
della
carne.
4 -
nelle
due
ore
successive
non
prendere
nulla,
se
non
acqua
o
spremute
di
agrumi.
5 -
questo
pasto
a
base
di
carne
può
essere
consumato
a
qualunque
ora,
comunque
lontano
dai
pasti
principali.
6 -
questa
strategia
si
può
attuare
due
volte
la
settimana
d'inverno
e
tre
d'estate
(quando
si
perde
tanto
ferro
con
il
sudore);
ogni
atleta
scoprirà
da
solo
la
frequenza
ideale,
osservando
con
l'aiuto
di
un
medico,
le
variazioni
degli
esami
del
sangue.
LA
DIETA
IPERGLICIDICA
PER
LE
GARE
DI
FONDO
Nelle
discipline
sportive
di
fondo,
oltre
a
una
particolare
preparazione,
è
necessario
seguire
delle
strategie
alimentari
per
rifornire
l'organismo
in
modo
adeguato.
Per
questo
si
deve
impostare
una
dieta
ricca
di
carboidrati,
che
vengono
considerati
il
carburante
ideale.
E'
ormai
noto
da
parecchi
anni
che
un'alimentazione
a
base
di
pasta,
riso,
pane,
patate,
dolci,
verdura
e
frutta
può
far
aumentare
le
scorte
di
glicogeno,
che
è
una
specie
di
amido,
costituito
da
parecchie
molecole
di
glucosio
legate
le
une
alle
altre.
Il
glicogeno
viene
immagazzinato
nei
muscoli
e
nel
fegato
dopo
un
processo
di
sintesi
che
ricava
la
"materia
prima
"
(il
glucosio)
proprio
dai
cibi
ricchi
di
carboidrati.
In
un
atleta
allenato
che
si
alimenta
con
molti
carboidrati
si
possono
registrare
presenze
di
glicogeno
nei
muscoli
che
vanno
dai
2.5
ai 3
grammi
per
cento
grammi
di
muscolo,
per
un
totale
di
500-700
grammi
in
un
atleta
di
70
chilogrammi.
Come
fare
dunque
a
riempire
le
riserve
organiche?
Negli
anni
scorsi
alcuni
studiosi
misero
a
punto
dei
sistemi
per
arricchire
muscoli
e
fegato
di
glicogeno.
Essi
prevedevano
un
periodo
di
tre
giorni
con
un'alimentazione
di
soli
lipidi
e
proteine
e un
allenamento
piuttosto
tirato
al
fine
di
affamare
di
zucchero
i
muscoli.
Nei
tre
giorni
successivi
la
dieta
cambiava
radicalmente
lasciando
via
libera
ai
carboidrati
che
risultavano
la
fonte
principale
per
aumentare
le
scorte
dei
serbatoi.
Questa
particolare
dieta
venne
definita
dissociata,
per
il
motivo
che
le
sostanze
nutrienti
non
erano
assunte
insieme,
ma
separatamente:
nella
prima
fase
proteine
e
grassi
(dieta
ipoglicidica),
nei
successivi
tre
giorni
carboidrati
(dieta
iperglicidica).
Ci
si
rese
conto,
però,
che
questa
strategia
non
era
perfetta.
A
parte
il
fatto
che
l'atleta
doveva
rinunciare
per
tre
giorni
a
pane,
pasta,
riso,
frutta,
dolci,
succedeva
che
la
diminuzione
del
glicogeno
nei
muscoli,
rendeva
molto
faticoso
l'allenamento.
D'altra
parte
l'abbassamento
del
tasso
di
glucosio
nel
sangue
(ipoglicemia)
provocava
stanchezza
e
difficoltà
nello
svolgere
il
lavoro
fisico.
Un
altro
fattore
negativo,
riguardava
l'aumento
del
peso
corporeo,
che
dipende
non
soltanto
dall'incremento
del
glicogeno,
ma
anche
dal
fatto
che
nei
muscoli
il
glicogeno
è
molto
idratato:
ogni
grammo
di
questo
carboidrato
lega
2.5-3
grammi
di
acqua.
Per
questa
ragione,
molti
atleti,
che
hanno
seguito
questa
dieta,
hanno
dichiarato
di
sentire
i
muscoli
gonfi.
Pertanto
si è
pensato
di
portare
qualche
modifica
alla
dieta
dissociata,
mantenendo
però
i
principi
giusti
per
un
buon
rifornimento,
come
quelli
della
seconda
fase,
cioè
la
dieta
iperglicidica,
che
può
dare
molti
vantaggi.
Attualmente
si
consiglia
agli
atleti
di
adottare
una
dieta
ricca
di
carboidrati
nei
due-tre
giorni
che
precedono
la
gara,
in
cui
un
po'
di
elasticità
è
permessa;
per
esempio,
si
possono
mangiare
piccole
porzioni
di
formaggio
o di
prosciutto,
salvo
nei
due-tre
pasti
che
precedono
la
competizione,
dove
è
opportuno
non
trasgredire
le
raccomandazioni.
Ci
si
deve
ricordare
però
di
non
esagerare
con
gli
zuccheri
semplici:
miele,
marmellata,
bevande
o
cibvi
ricchi
di
zuccheri,
vanno
assunti
in
quantità
non
superiori
alla
norma.
Nel
caso
di
prove
particolarmente
impegnative,
quali
una
maratona
o
una
cento
chilometri,
si
può
consigliare
di
prolungare
la
dieta
iperglicidica
a
quattro
giorni,
sempre
preceduta
da
un
giorno
di
dieta
ipoglicidica
(con
cibi
ricchi
di
proteine
e di
grassi,
ma
poveri
di
carboidrati)
in
cui
sia
previsto
anche
un
lavoro
fisico
di
una
certa
entità
per
"consumare"
un
po'
di
glicogeno
e
quindi
affamare
i
muscoli.
Una
simile
strategia
va
comunque
provata
in
una
fase
di
allenamento
per
avere
una
valutazione
delle
reazioni
dell'organismo.
Solitamente
il
risultato
è
positivo,
in
quanto
non
si
parla
più
di
dieta
dissociata,
ma
di
una
strategia
meno
rigida
e
più
adatta
ai
bisogni
dei
muscoli
di
un
atleta.
Vi è
la
convinzione
che
avendo
più
riserve
di
glicogeno,i
muscoli
possano
lavorare
meglio,
senza
consumare
grosse
quantità
di
proteine;
questo
fatto
comporta
quindi
dei
recuperi
dopo
le
gare
ancora
più
rapidi
con
possibilità
di
riprendere
gli
allenamenti
un
paio
di
giorni
dopo.
CIBI
E
BEVANDE
PER
LA
DIETA
IPERGLICIDICA
MOLTO
ADATTI
pasta,
riso,
pane,
grissini
e
crackers
senza
grassi,
biscotti
e
dolci
senza
panna
e
creme;
frutta
(tranne
quella
secca
e
oleosa,
tipo
noci,
nocciole,
arachidi
e
mandorle);
legumi,
ortaggi
er
verdure.
DA
PRENDERE
NELLA
QUANTITA'
ABITUALE
miele,
marmellata,
zollette
di
zucchero
o
tavolette
di
fruttosio;
bevande
dolci
(cole,
aranciate);
latte
magro.
DA
PRENDERE
IN
QUANTITA'
LIMITATA
carni
magre,
pesce
(cucinati
senza
grassi);
prosciutto
crudo
sgrassato,
bresaola.
DA
EVITARE
(O
DA
PRENDERE
IN
QUANTITA'
MINIMA)
olio
e
burro
(piccole
quantità
per
pasta,
riso,
insalata);
salumi;
latte
intero,
formaggi
(sono
ammessi
la
ricotta
magra
e il
grana
per
la
pasta
o il
riso);
uova.
UNA
GIORNATA
DI
DIETA
IPERGLICIDICA
PRIMA
COLAZIONE
-
spremuta
di
agrumi
anche
zuccherata;
-
latte
magro;
caffè
o tè
anche
zuccherati;
-
pane
o
fette
biscottate
con
miele
o
marmellata,
oppure
cereali
integrali,
oppure
biscotti
magri.
SPUNTINI
-
pane
con
miele
o
marmellata;
oppure
frutta;
oppure
una
fetta
di
crostata;
-
eventualmente
caffè
o tè
anche
zuccherati.
PRANZO
E
CENA
-
pasta
o
riso
con
salsa
di
pomodoro
fresco
(eventualmente
con
poco
burro
od
olio
aggiunti
prima
di
servire
in
tavola)
oppure
pasta
o
riso
con
poco
olio
d'oliva
o
burro
crudo
e
formaggio
grana;
-
eventualmente
poco
prosciutto
crudo;
oppure
una
piccola
porzione
di
carne
magra
(o
pesce
o
fegato)
ai
ferri;
oppure
ricotta;
-
patate
e/o
carote
bollite,
con
limone,
oppure
con
prezzemolo
aceto
e
pochissimo
olio
d'oliva;
-
frutta
(mele,
pere,
arance,
banane
e
altri
frutti
di
stazione,
ma
non
frutta
secca);
oppure
sorbetto
di
frutta;
oppure
una
fetta
di
crostata;
-
pane,
acqua
o
birra
o
vino
o
bibite
gassate.
GLOSSARIO
ADIPOCITI
cellule
che
raccolgono
il
grasso
corporeo:
sono
dei
veri
e
propri
depositi;
il
loro
numero
dipende
da
caratteri
genetici,
mentre
il
loro
sviluppo
è
condizionato
dall'alimentazione.
ALIMENTO
O
CIBO
sostanza
di
cui
si
ciba
abitualmente
l'uomo
e
gli
apporta
nutrienti
AMINOACIDI
componenti
di
base
delle
proteine:
hanno
caratteristiche
diverse
e
sono
una
ventina;
una
decina
di
essi
vengono
detti
essenziali,
perché
il
nostro
organismo
non
è in
grado
di
fabbricarli
e
perciò
deve
ricavarli
direttamente
dai
cibi.
AMINOACIDI
A
CATENA
RAMIFICATA
sono
tre
degli
aminoacidi
essenziali;
favoriscono
la
sintesi
di
nuove
proteine
e
vengono
utilizzati
dal
nostro
organismo
anche
a
scopo
energetico.
Le
più
recenti
ricerche
indicano
un'assunzione
giornaliera
di
0,2-0,3
g di
aminoacidi
ramificati
per
chilo
di
peso
corporeo,
da
suddividere
in
parte
prima
(un'ora
circa),
subito
dopo
l'allenamento
e la
sera
prima
di
andare
a
letto.
Per
esempio,
un
atleta
di
circa
65
chili
di
peso
dovrebbe
assumerne
12-18
grammi
al
giorno,
secondo
i
diversi
tipi
di
allenamento
(3 g
prima,
5 g
dopo
un
allenamento
di
media
intensità
e 4
g
prima
di
coricarsi,
oppure
6 g
prima,
7 g
dopo
un
allenamento
di
alta
intensità
o
con
ripetute
o
con
salite
e 5
g
prima
di
coricarsi).
ANTIOSSIDANTI
sostanze
che
contrastano
la
formazione
dei
radicali
liberi;
alcune
di
essere
vengono
sintetizzate
dall'organismo
(solitamente
sono
enzimi),
mentre
altre
vengono
assunte
attraverso
gli
alimenti
(vitamina
- C,
E,
beta-carotene
e
sali
minerali
-
selenio,
zinco,
cadmio).
BEVANDE
la
principale
via
per
reintegrare
gli
elementi
nutritivi
(acqua,
sali,
vitamine,
energia),
che
si
perdono
durante
l'esercizio
fisico.
Si
possono
dividere
in:
ipertoniche
- la
cui
concentrazione
in
particelle
(prevalentemente
costituite
da
carboidrati
e
sali
minerali)
determina
una
pressione
osmotica
(cioè
un'attrazione
di
liquidi)
superiore
a
quella
del
plasma;
richiedono
tempi
lunghi
di
assimilazione
a
livello
intestinale;
ipotoniche
- la
cui
concentrazione
in
particelle
determina
una
pressione
osmotica
inferiore
a
quella
del
plasma;
sono
le
più
rapide
da
assimilare
a
livello
intestinale;
isotoniche
- la
cui
concentrazione
in
particelle
determina
una
pressione
osmotica
uguale
a
quella
del
plasma;
vengono
assimilate
in
modo
mediamente
rapido.
CARBOIDRATI
elementi
basilari
per
la
nutrizione
dell'uomo,
soprattutto
per
l'energia
che
essi
forniscono.
Si
dividono
in
complessi,
cioè
a
lunghe
catene
di
glucosio
(come
gli
amidi
di
pasta,
riso,
pane,
patate,
dolci)
e in
semplici,
costituiti
da
uno
o
pochi
monosaccaridi
(come
il
saccarosio
- lo
zucchero
da
cucina
- il
fruttosio,
il
miele,
la
marmellata).
DIFESE
IMMUNITARIE
sostanze
su
base
proteica
che
il
nostro
organismo
produce
per
proteggersi
dalle
malattie:
aumentano
in
conseguenza
dell'attività
fisica
moderata,
ma
possono
diminuire
sensibilmente
in
chi
conduce
una
vita
intensa.
FIBRE
ALIMENTARI
fanno
parte
della
famiglia
dei
carboidrati,
qualcuno
le
chiama
impropriamente
crusca,
che
è la
parte
esterna
del
chicco
di
grano;
esse
non
vengono
assimilate
durante
la
digestione.
Quelle
dette
insolubili
regolarizzano
il
transito
intenstinale
degli
alimenti,
mentre
quelle
solubili
modulano
l'assorbimento
di
zuccheri
e
grassi,
FRUTTOSIO
carboidrato
semplice
(monosaccaride)
presente
nella
frutta;
non
provoca
brusche
variazioni
della
glicemia,
nè
dei
livelli
di
insulina
nel
sangue;
ideale
per
le
persone
attive
e
gli
sportivi.
GLICEMIA
livello
del
glucosio
nel
sangue
GLICOGENO
forma
nella
quale
i
carboidrati
assunti
con
l'alimentazione
vengono
trasformati
e
depositati
come
carboidrati
complessi
(tipo
l'amido)
nei
muscoli
e
nel
fegato,
costituendo
delle
riserve
di
energia.
GLUCOSIO
carboidrato
semplice,
che
costituisce
la
forma
elementare
in
cui
gli
zuccheri
sono
presenti
nel
sangue.
INSULINA
ormone
prodotto
dal
pancreas;
viene
rilasciato
quando
aumenta
sensibilmente
la
glicemia,
in
quanto
la
principale
funzione
di
questo
ormone
è
quella
di
riportare
il
tasso
di
glucosio
ematico
a
valori
normali.
MALTODESTRINE
carboidrati
costituiti
da
catene
di
varia
lunghezza
di
monosaccaridi;
le
più
semplici
vengono
assimilate
rapidamente,
mentre
le
più
complesse
richiedono
tempi
di
assimilazione
più
lunghi,
per
cui
si
fornisce
all'organismo
"carburante"
per
diverse
decine
di
minuti.
MONOSACCARIDI
carboidrati
semplici
costituiti
da
una
singola
molecola
(glucosio,
fruttosio);
il
saccarosio,
il
comune
zucchero
da
cucina
o
del
bar,
essendo
formato
da
una
molecola
di
glucosio
e da
una
di
fruttosio,
è un
disaccaride
(cioè
composto
da
due
molecole).
NUTRIENTE
O
PRINCIPIO
NUTRITIVO
sostanza
chimica
semplice
che
si
trova
negli
alimenti,
necessaria
all'organismo
per
le
sue
funzioni
vitali.
Sono
nutrienti
gli
aminoacidi
(costituenti
delle
proteine),
i
monosaccaridi
(per
esempio
il
glucosio
o il
fruttosio,
costituenti
dei
carboidrati),
gli
acidi
grassi
(che
si
trovano
nei
lipidi),
le
vitamine,
i
sali
minerali
e
l'acqua.
I
nutrienti
si
trovano
negli
alimenti
in
forma
complessa
(proteine,
lipidi,
polisaccaridi,
cioè
i
principi
alimentari),
per
cui
non
possono
essere
utilizzati
come
tali
dall'organismo,
ma
devono
prima
essere
digeriti.
NUTRIENTE
ESSENZIALE
nutriente
che
si
deve
trovare
nella
dieta
in
una
data
quantità,
dal
momento
che
l'organismo
non
è in
grado
di
fabbricarlo
da
solo
o
non
riesce
a
fabbricarne
a
sufficienza;
i
nutrienti
essenziali
sono
alcune
decine:
una
decina
di
aminoacidi,
alcuni
acidi
grassi,
le
vitamine,
i
sali
minerali,
l'acqua.
PEROSSIDAZIONI
reazioni
causate
dai
radicali
liberi:
per
esempio,
l'irrancidimento
dei
grassi
implica
questi
processi,
che
in
modo
analogo
avvengono
anche
nel
nostro
organismo.
RADICALI
LIBERI
atomi
o
frammenti
di
molecole
fortemente
reattivi
(l'ossigeno
è
uno
degli
elementi
che
si
può
trasformare
in
radicale
libero);
essi
attaccano
prevalentemente
le
membrane
delle
nostre
cellule,
danneggiandole
e
sono
tra
i
principali
responsabili
dell'invecchiamento.
SACCAROSIO
carboidrato
semplice,
il
comune
zucchero
da
bar
o da
cucina,
che
altera
facilmente
la
glicemia
e i
livelli
di
insulina
nel
sangue.
TURN
OVER
PROTEICO
processo
di
catabolismo
(consumo)
e di
anabolismo
(costruzione)
delle
proteine;
esso
aumenta
soprattutto
al
termine
dell'esercizio
fisico,
quando
le
strutture
proteiche
danneggiate
dal
lavoro
fisico
vengono
allontanate
e
l'organismo
procede
alla
loro
sostituzione
attraverso
la
sintesi
di
nuove
proteine.
VALORE
BIOLOGICO
qualità
che
determina
l'affinità
di
una
proteina
per
il
nostro
organismo
e
dipende
dal
tipo
di
aminoacidi
che
la
compongono;
le
proteine
di
origine
animale
(latte,
uova,
carni)
hanno
un
valore
biologico
superiore
quelle
che
derivano
dai
vegetali.